Luciano Socci

Gli Agapornis pullarius

(aggiornamenti a fondo pagina)

maschio di A. pullarius

Forse il 2011, è l'anno buono...

Ultimamente mi sento con frequenza con Luciano Socci... sono molto interessato a conoscere l'andamento del suo allevamento che, per fortuna, sta procedendo molto bene.

Ha già diversi pullus nati ed altri dovrebbero  nascere nei prossimi giorni.

Non dico i numeri , solo per scaramanzia, ma se tutto va come dovrebbe, quest'anno supererà ampiamente il suo precedente record, che era di 11 pullus.

Il mio interesse per il buon esito della sua stagione deriva, soprattutto, dal fatto che sono inserito nella sua lunga lista di prenotazioni per averne almeno una coppia.

E...stando ai numeri di oggi dovrei rientrarci abbastanza tranquillamente... sempre sperando che il sesso dei novelli risulti abbastanza bilanciato.

L'idea di ritrovarmi in casa un coppia di queste meraviglie della natura mi mette già in stato di agitazione.

Sono uccelli delicatissimi per i quali un semplice stress, determinato da uno spostamento di ambiente, può essere causa di morte improvvisa.

Considerata la grande disponibilità di Luciano gli ho già chiesto di potermi ricevere nel suo allevamento, prima dell'eventuale prelievo dei soggetti, al fine di poter prendere buona nota delle informazioni che vorrà darmi relative all'alimentazione, all'ambiente ed a tutto ciò che riguarda la "gestione" dei pullarius.

Ho già avuto occasione di fargli visita, come raccontato in questa pagina (), e l'idea di tornare a godermi quello spettacolo giustifica ampiamente un viaggetto da Modena a Roma.

Luciano mi diceva che si sono schiuse tutte e cinque le uova deposte dalla coppia regina, la stessa coppia che anno scorso ne ha allevati altri 5, (vedi il video >>>) e che pensava di spostare un pullus sotto ad un'altra coppia, che ne ha solo tre (azzz..solo tre... pullarius...cosa mi tocca scrivere...)

A mio parere il successo riproduttivo che Luciano ha conseguito negli ultimi anni non è casuale ma rappresenta il frutto di un paziente ed intelligente lavoro che ha condotto nel tempo.

E' riuscito ad individuare il giusto equilibrio per quanto riguarda l'ambiente e l'alimentazione ma soprattutto è riuscito a modificargli il comportamento rendendoli molto più socievoli e non timorosi della presenza dell'uomo.

Luciano tiene le sette coppie in un balcone aperto, coprendole di notte con un telo di plastica per evitare incursioni di taccole e rapaci notturni, ma durante il giorno ci passa ore ed ore davanti alle gabbie, in osservazione.

Hanno acquisito un comportamento talmente disinibito che arrivano persino ad accoppiarsi in presenza dell'uomo.

Sicuramente il fattore ambientale unitamente al giusto menù alimentare hanno giocato un ruolo importante ma sono altrettanto convinto che l'averli "addomesticati" in modo così evidente rappresenti, molto probabilmente, il principale fattore di successo.

Noi allevatori dobbiamo moltissimo a Luciano perchè è grazie al suo lavoro da pioniere se potremo contare su di un ceppo di esemplari, non solo belli e sani, ma soprattutto calmi e tranquilli e ben disposti alla riproduzione.

Spero di riuscire anch'io a svezzarne almeno uno, ma sono certo che qualche altro mio collega ci riuscirà e sarà una grande vittoria non solo per noi "amanti dei becchi-storti", ma per l'intero mondo ornitologico....

Nei prossimi giorni aggiornerò questa pagina sulla base degli aggiornamenti che Luciano mi trasmetterà.

Castelnuovo Rangone, 11.12.2011

(aggiornamento del 04.01.2012)

Luciano mi ha trasmesso alcuni documenti di notevole interesse: la foto qui a destra che ritrae un accoppiamento ed un filmato che riprende una nidiata di ben cinque pullus.

Per quanto riguarda le modalità dell'accoppiamento, "l'inventore dei pullarius" mi diceva delle cose molto interessanti che, a mio parere, sarebbe importante suffragare con rilievi numerici per dargli valenza scientifica.

A differenza di tutte le altre specie di Agapornis, che si accoppiano solo ed esclusivamente in prossimità della deposizione, i pullarius, invece, iniziano i primi accoppiamenti molti mesi prima della deposizione e proseguono con sempre maggiore frequenza sia per quanto riguarda il numero delle copule giornaliere che la loro durata.

I primi rapporti durano non più di qualche minuto per giungere progressivamente a tempi ben più dilatati (fino a 14-15 minuti) in prossimità della deposizione.

Mi verrebbe da dire che i pullarius, tra gli Agapornis, siano la specie più emancipata di tutte dal punto di vista sessuale considerato che di tutti i loro amplessi  ben pochi sono quelli che rivestono finalità riproduttive.

Di conseguenza si può ipotizzare che gran parte delle copule, sicuramente facenti parte della fase preparatoria alla deposizione, abbiano anche finalità legate a qualche forma di piacere.

Il video, ( eccolo qui video) girato il 02.01.2012, dallo stesso Luciano mostra una nidiata di ben 5 pullus a circa 25 giorni di vita. E' un documento unico dato che nessuno credo che abbia mai visto nidiate da così numerose. La stessa coppia è abituata a performances di tale livello dato che anche nella precedente stagione ha svezzato ulteriori 5 novelli (vedi video più in alto).

Infine, mi permetto di dare un consiglio all'amico Luciano, e per farlo, prendo a prestito un'affermazione che Virgilio rivolge a Dante nel III canto dell'Inferno: "non ti curar di loro, ma guarda e passa".

Castelnuovo Rangone, 04.01.2012

La scheda di Luciano Socci         

 

Ha scritto di lui, uno dei più grandi ornitologi di tutti i tempi, Giuseppe Paolo Mignone (nel 1978):  

 Raccomando ai lettori una attenta e meditata lettura della relazione del bravo Signor Luciano Socci che, encomiabilmente, perfeziona e completa la sua precedente pubblicata nel fascicolo n. 6/78, pag. 271.

Ciò non solo e non tanto per la positiva ottenuta riproduzione in cattività dell'inseparabile Ali nere (Agapornis Taranta), quanto per le analitiche metodiche impiegate. omissis ….....

 Il nostro autore del resto, non è nuovo a queste risposte positive con il solo uso delle gabbie ove è altresì riuscito ad ottenere, come tutti sappiamo, la riproduzione dei passeri (Passer domesticus italiae). Scrive Socci: “Le esperienze passate, anche se negative, rappresentano comunque un bagaglio utile da non sciupareè questo il segreto dell'ornitologia tutta.”

Ha redatto un articolo “Prima riproduzione in Italia dell'A.taranta,” apparso su “Il mondo degli uccelli”  ANIEI, n. 2/1979

Ha redatto un articolo sugli A.taranta,  richiesto dalla redazione Rivista federazione brasiliana, e apparso su: “Atualidades ornitològicas”  (Brasile)

Ha presentato i primi soggetti di Agapornis taranta alla Mostra ANIEI del 28 gennaio 1979;

Il suo nome è stato inserito su  “Zoological records” in seguito alla nascita, in Italia, del primo A.taranta;

Il primo A.canus  è nato nel suo allevamento nel 1981, vedi Italia Ornitologica 1981, Il mondo degli uccelli- ANIEI,  Atualidades ornitològicas-Brasile;

Il primo A. pullarius, in Italia, è nato nel suo allevamento nel 1999, vedi Italia Ornitologica-2000;

Ha presentato il primo A. lilianae alla mostra,  nel 1983, al (Campionato italiano di Castellammare di Stabia)

Ha redatto il primo articolo sull'allevamento allo stecco (cucchiaio) degli Psittacidi (Il mondo degli uccelli-ANIEI, 1977)

Ha riprodotto in cattività (gabbia)  il difficilissimo passero comune “Il mondo degli uccelli” ANIEI 2/1976”,

Nel 1988 il suo allevamento (tutti gli Agapornis, escluso l'A. swindernianus) è stato fotografato da un redattore di Angelo Lombardi, il famoso “amico degli animali”, per la sua rivista “Amici miei”;  

La prima Ara Chloroptera, nel 1981, è nata nell'allevamento del signor Fuselli, seguito da Socci in qualità di consulente scientifico, (vedi Italia Ornitologica 1981). La nascita è stata seguita da una trasmissione televisiva e riportata sul quotidiano “Il Tempo” del 10 luglio 1981.  Alla trasmissione televisiva parteciparono Angelo Lombardi (l’amico degli animali), il dottor Morbilli, allora consigliere federale FOI, e Luciano Socci.

(aggiornamento del 22.01.2012)

E' con grande piacere che pubblico il video che Luciano Socci mi ha gentilmente messo a disposizione e che riprende l'uscita dal nido della prima covata di pullus della stagione.

Come già comunicato in precedenza i novelli sono cinque, di cui 4 femmine ed 1 maschio.

Quindi una covata particolarmente fortunata dato che, di norma, nascono più maschi che femmine ed anche il tasso di mortalità risulta essere di molto superiore a quello dei maschi.

Ecco il video >>>> che riprende, tra l'altro, l'ambiente nel quale Luciano riesce a riprodurre questa difficilissima specie!!

(aggiornamento del 27.01.2012)

Una proposta per Luciano...

Il prossimo settembre partirà, come ogni anno, la solita carovana alla volta di Aalst (B) per andare ad esporre, al Masters  BVA, i nostri uccelletti.

Fino ad oggi, noi allevatori italiani, non ci siamo fatti compatire, anzi, direi che abbiamo fatto una discreta figura, tuttavia nel rating delle nazioni non siamo ancora piazzati nelle primissime posizioni.

Sono convinto che un tuo contributo potrebbe farci guadagnare diverse posizioni in un colpo solo...,non dico che porteremmo a casa tre "A", ma almeno tre "B" di sicuro!.

E vengo alla proposta.

Prossimamente dovrò venire a trovarti per prendere una lezione sull'allevamento dei pullarius e ne approfitterei per portarti due gabbiette da mostra, conformi al regolamento del BVA.

Le gabbie dovresti utilizzarle per abituarci dentro qualche bel maschietto di pullarius, poi quando l'Orazio nazionale, a settembre, partirà da Roma per raggiungere il punto di ritrovo a Modena, prenderà su direttamente le gabbiette con dentro i preziosi volatili.

Il viaggio in camper fino in Belgio sarà una vera e propria passeggiata per tutti i nostri uccelli; il buon Fabio Vitalbi ha predisposto un impianto luce, funzionante anche durante il viaggio, che gli assicura un ambiente più che confortevole.

In diversi anni di trasferte in mezza Europa, non è mai successo che si sia "impallato" anche un solo uccello!

Per quanto riguarda gli aspetti amministrativi (prenotazione e quant'altro) ci penso io.

Sarebbe un grande onore per la nostra carovana potere dimostrare ai nostri amici nordici che anche in Italia abbiamo allevatori con la "A" maiuscola, e che una volta tanto la bilancia commerciale nazionale si muove anche dalla parte delle esportazioni e non solo da quella delle importazioni!!!

Pensaci Luciano, pensaci....

(28.01.12)

....Luciano ha accettato la proposta senza neppure pensarci, per cui un paio di pullarius, quest'anno, andranno in gita ad Aalst e non è escluso che, ad accompagnarli, ci sia anche il padrone...

(aggiornamento del 04.04.2012)

Ecco a voi il "pullarius 2"!!'  >>>>

Luciano mi ha inviato un secondo video, davvero molto bello ed estremamente interessante, con il quale fa una panoramica generale del suo allevamento.

Attualmente ha tre coppie di pullarius con pullus; una da 5 (i più grandi), una da 3 ed una da 2 (ancora nel nido). In totale 10 pullus....e ci sono altre coppie che potrebbero apportare un loro contributo.

Vorrei precisare che gli schizzi che si notano sulla gabbia, sulla parete, ed in particolare, sui posatoi, sono di fico. Luciano gli somministra giornalmente anche  2-4 fichi secchi  perchè vanno ghiotti dei semini contenuti al loro interno.

Un'ultima informazione: i pullarius fanno solo una covata all'anno, nel caso in cui le uova deposte non vadano a buon fine, solo in quel caso, possono  deporre una seconda volta.

(aggiornamento del 06.05.2012)

Sul forum del CCIAA ho letto un interessante intervento di Alessandro Porcaro circa l'opportunità di presentare i pullarius di Luciano al prossimo Masters del BVA per non esporli a rischi, ma soprattutto perchè non c'è concorrenza essendo, quasi sicuramente, gli unici a partecipare.

E' una considerazione assolutamente legittima alla quale vorrei aggiungere alcune mie riflessioni.

Condivido totalmente il ragionamento che fa riferimento al "piacere del confronto con i concorrenti" ...arrivare primi perchè si gareggia da soli è davvero poco gratificante, non per tutti, ma per me e per Alessandro, di sicuro.

Però, in questo caso, credo che ci si debba porre una domanda in premessa: "perchè non vengono esposti i pullarius nelle mostre?"

La risposta, sempre a mio modo di vedere, è molto semplice: "perchè nessuno, a parte Luciano, riesce, a tutt'oggi, a riprodurre soggetti che fisicamente siano in grado di sopportare lo stress che una esposizione provoca".

Se non vado errato, qualche tempo fa, credo che ne siano stati esposti un paio al BVA che poi sono morti entrambi.

La specie pullarius è ancora nella fase dell'ambientamento in cattività; in tutta Europa, gli allevatori che riescono a riprodurli si contano sulle dita di una mano ed ognuno di questi adotta metodi anche molto diversi tra di loro.

Il nostro plauso di allevatori amatoriali deve andare indistintamente a tutti coloro che riescono a riprodurli, indipendentemente dalle procedure utilizzate, perchè la riproduzione, di per sè, significa aver raggiunto il principale degli obiettivi.

Dopo di che ritengo importante entrare nel merito delle diverse metodiche di allevamento al fine di individuare quella migliore in fatto di garanzia di resistenza fisica, adattabilità, facilità riproduttiva etc. etc.

E' evidente a tutti che più si riusciranno a riprodurre esemplari sani, forti e facilmente adattabili e maggiore sarà lo sviluppo che questa specie avrà, in futuro, nei nostri allevamenti e quindi...anche nelle mostre.

Le principali tecniche di allevamento per la riproduzione dei pullarius, che conosco io, sono almeno tre:

1) mantenere il locale di allevamento in condizioni ambientali particolarmente controllate; vale a dire, temperatura costante a 30°, umidità fissa a 75°, luce programmata, assenza di polveri, etc. etc.

Questa tecnica risulta particolarmente efficace ai fini riproduttivi però quando i soggetti vengono posti fuori dal loro ambiente di crescita incontrano molte difficoltà ad acclimatarsi in un allevamento normale avendo strutturalmente un sistema immunitario poco sviluppato e quindi facilmente predisposti a contrarre infezioni.

Questi soggetti non potrebbero assolutamente essere esposti alle mostre.

2) mantenere il locale di allevamento allo stato quasi selvatico; ho visto un bellissimo allevamento composto da vere e proprie voliere all'interno delle quali si era ricostruito un ambiente quasi naturale con una sola coppia per ciascun box.

Il rapporto tra l'allevatore e gli uccelli è, di fatto, inesistente ed in molti casi è interdetto l'ingresso agli estranei proprio per evitare il disturbo della quiete.

In questo caso i  novelli risulteranno particolarmente timorosi nei confronti dell'uomo ed una loro esposizione alle mostre significherebbe un' accumulo di stress difficilmente sopportabile.

3) "la tecnica Luciano Socci" che consiste nell'allevare a cielo aperto (in un piccolissimo balcone dove le gabbie da 60 cm. sono fittissime) con la sua presenza pressochè costante a pochi centimetri dalle gabbie (anche perchè non c'è lo spazio fisico per stare più lontano) e l'osservazione particolarmente attenta del comportamento di ogni singolo esemplare.

A differenza di altri, Luciano attribuisce una importanza strategica all'alimentazione che, a suo parere, deve essere il più possibile diversificata e completa.

Una delle ragioni per cui i pullarius muoiono facilmente e si riproducono con estrema difficoltà è determinata, in buona parte, dallo loro debolezza fisica causata dallo squilibrio alimentare (se non adeguatamente stimolati, mangiano solo la spiga di panico e poco più)

Perciò la dieta particolarmente ricca ed il particolare rapporto di fiducia con l'uomo li rendono, a mio parere, molto resistenti ed in grado di affrontare ambienti e situazioni quasi al pari delle altre specie.

Infatti gli esemplari di Luciano, da tempo, vengono esposti nelle mostre nazionali  (Campionato italiano di Parma, Internazionale di Reggio Emilia, specialistica di Frosinone etc.) senza che nessuno di loro abbia mai dato segni di stanchezza.

Abbiamo pertanto deciso di esporli anche oltre confine perchè siamo certi che gli amici nordici sapranno apprezzare proprio questa loro caratteristica di adattabilità (per loro, inusuale) al pari delle altre specie.

Se io e Luciano temessimo che anche uno solo dei cinque esemplari, destinati al grande viaggio, potesse avere qualche problema non azzarderemmo di certo una simile trasferta.

 

Un interessante articolo di Luciano Socci apparso sulla rivista Club degli Psittacidi n.2 giugno 2012