Cara Regione Emilia Romagna,

(aggiornamento del 15.03.09 ore 14:00)

 

Gent.mo Signor Zoli,

con riferimento al quesito posto con nota allegata riferito alla necessità di specifica autorizzazione, rilasciata ai sensi dell’art.17 della legge 157/92 e 42 della LR 8/94 nonché delle direttive regionali in materia di allevamento di fauna selvatica, per chi possiede esemplari di Carduelis carduelis frigoris o cardellino major, si riscontra quanto di seguito riportato.

La ssp citata (frigoris) non è presente in Europa né tantomeno in Italia ed è fenotipicamente distinguibile dal Carduelis c. carduelis  per le maggiori dimensioni e le differenze nel colore del piumaggio in particolare in abito nuziale.

Considerato pertanto che l’ambito di competenza delle sopracitate disposizioni nazionale e regionali si limita a mammiferi e uccelli dei quali esistono popolazioni viventi stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà nel territorio nazionale, la detenzione del Carduelis carduelis frigoris non necessita di autorizzazione da parte dei nostri uffici che ci leggono in copia.

Quanto poi alla richiesta di predisporre un elenco dettagliato delle specie di fauna selvatica autoctona, si rimanda a testi completi quale ad esempio “Avifauna italiana di Augusto Toschi, Paolo Boldreghini, Mario Spagnesi” e ai numerosi atlanti esistenti in commercio e validati da tecnici esperti nel settore che mantengono aggiornato nel tempo tale elenco.

A disposizione per ogni eventuale ulteriore chiarimento porgo distinti saluti

Maria Luisa Zanni

                                                                  *****

Questa e-mail l'ho ricevuta oggi 15.03.2019 alle ore 10,16 a firma della Dott.ssa Maria Luisa Zanni (Responsabile P.O. Pianificazione ed Osservatorio faunistico della Regione Emilia Romagna).

Che dire .... un immenso Grazie ed un grande abbraccio a tutta la Regione Emilia Romagna!!

 

                                                                                              All’ URP

                                                                                                     della Regione Emilia Romagna

                                                                                                      urp@regione.emilia-romagna.it

Alfonsine, 15 gennaio 2019

 

Il sottoscritto  Daniele Zoli residente in Via Destra Senio 44/B Alfonsine (RA) cell. 338.3649131, titolare dell’autorizzazione dell’allevamento di fauna selvatica a scopo ornamentale e amatoriale identificato con matricola RA.O.256, in considerazione al fatto che:

alcune provincie della regione Emilia Romagna trattano in maniera difforme l’inquadramento del “cardellino major” (carduelis carduelis frigoris)  ai sensi dell’art. 42 della Legge Regionale 15 febbraio 1994 n. 8 e successive modificazioni, avanza le seguenti osservazioni/proposte:

Considerato che:

-          dalla DGR 1519/03 (Direttiva concernente l’allevamento di fauna selvatica a scopo di ripopolamento, alimentare, ornamentale ed amatoriale) non appare chiara l’individuazione delle specie da sottoporre a controllo. Infatti l’art.1  fa riferimento “alla fauna selvatica autoctona omeoterma rientranti nel campo di applicazione della L. n. 157/1992”;

 

-          la lettera b) dell’art. 2 della L. n. 157/1992 elenca solo le specie di uccelli particolarmente protetti e non fa alcun riferimento a nessun tipo di carduelis;

 

-          l’art. 5 della DGR 1519/03 in relazione alla marcatura degli esemplari sottoposti a controllo recita: “Devono essere marcati con apposito contrassegno individuale numerato i capi presenti in allevamento che: - appartengono a specie non incluse nell’elenco delle specie cacciabili, di cui all’art. 18 comma 1 della L. n. 157/1992 (omissis)”. Nell’art. 18 vengono elencate le specie cacciabili, e quindi esenti dall'obbligo autorizzativo, ma non le altre;

 

Non mi è stato possibile riscontrare in nessuna Legge, o in allegato ad essa, l’elenco delle specie ritenute autoctone pertanto in considerazione del fatto che:

 

-          il carduelis carduelis frigoris (major) detto anche “c. siberiano” o “c. maggiore” (Walters 1953) è da ritenersi una sottospecie diffusa in Siberia ad est dei Monti Urali fino ai monti Altai ed a sud fino alla città kazaka di Semipalatnik;

 

-          il fenotipo del “cardellino major” è notevolmente diverso rispetto a quello del “cardellino nostrano” sia per quanto riguarda la taglia (più grande di almeno 2-3 cm.) ed anche per i colori (molto più vivaci e nitidi). Messi a confronto sono facilmente distinguibili anche dall’occhio meno esperto.

 

-          gli operatori territoriali della Regione Emilia Romagna, in carenza di un elenco ufficiale delle specie da sottoporre a controllo, sono portati ad interpretare la norma sulla base di convinzioni personali e soggettive che determinano comportamenti diversi fra le varie province della regione.

 

Sarebbe pertanto auspicabile:

-          predisporre l’elenco dettagliato delle specie di fauna selvatica autoctona da divulgare non solo a tutti gli organi regionali deputati a trattare la materia, ma anche alle stesse associazioni degli allevatori;

 

-          risulta necessario precisare che il carduelis carduelis frigoris (major) major non appartiene alla fauna selvatica autoctona pertanto è da ritenersi esente dal rispetto della L.R. 8/1991

 

-          si consideri inoltre che l’allevamento del “cardellino major” è quello maggiormente praticato rispetto alla specie autoctona, pertanto  così come richiesto da alcuni organismi deputati alla materia comporterebbe un inutile quanto consistente aggravio burocratico per un uccello che non è stato ad oggi riscontrato.

 

Firmato

Daniele Zoli

(aggiornamento 15.01.09 ore 15:22)
Dopo qualche minuto dal mio invio questa é stata la risposta:




Per ora non posso altro che complimentarmi per la tempestività!!

(aggiornamento 29.01.2019 ore 7:00)
Ricevo da Maurizio Adami, che ringrazio, un importante contributo circa la sua esperienza per quanto riguarda il cardellini mutati, ibridi e mayor presso la Provincia autonoma di Trento.


Buongiorno sig. Daniele Zoli
sono Adami Maurizio di Trento e seguo con attenzione il suo gazzettino ornitologico.
Relativamente a quanto specificato in oggetto volevo solo condividere, se di interesse, il confronto che qualche anno fa ho avuto con i funzionari del Servizio Foreste e Fauna della Provincia Autonoma di Trento relativamente all'obbligo di autorizzazione alla detenzione dei soggetti carduelis carduelis frigoris (cardellino major) e in subordine alla necessità di registrazione su apposito registro fornito dal medesimo Servizio.
Devo premettere che le normative di riferimento sono normative territoriali, emanate sulla base delle competenze primarie in capo Regioni o Provincie Autonome e possono anche essere fra loro discordanti ancorchè facciano esplicito rifermento alla Legge madre a carattere nazionale. Per quanto riguarda il Trentino il Riferimento è il D.P.G.P. 17 novembre 1992, n. 16-69/Leg. (che allego) e successivi regolamenti. Anticipo inoltre che, purtroppo, per alcuni anni c'è stata una erronea applicazione della norma per cui in alcune zone della Provincia veniva richiesto che sul registro fossero annotati anche i mutati. Dopo alcuni incontri è stata emanata una nota, che allego alla presente mail, in cui venivano informati gli uffici territoriali periferici in merito allo stralcio dei mutati dai siffatti obblighi.
Il D.P.G.P. è stato come di prassi, regolamentato con specifiche note applicative dalle quali si evince che sul registro va annotata la "specie" e non la sottospecie o il genere.
Pertanto, ancorchè da parte mia non condivisibile in virtù che fatto che non è appartenente alla fauna autoctona, nella nostra Provincia anche il cardellino major deve essere autorizzato alla detenzione, se in numero superiore a 5 esemplari, e iscritto al registro allevamento quando questo è previsto.
Spero di essere stato esaustivo. Comunque sia sono sempre disponibile
saluti
Maurizio Adami

Diciamo che i funzionari della provincia trentina hanno usato buon senso e coraggio a metà ... esentando gli esemplari mutati e ibridi ma non la sottospecie.
Io voglio sperare che i dirigenti della Regione Emilia Romagna si dimostrino più coraggiosi e competenti  perchè il carduelis carduelis frigoris, o cardellino mayor che dir si voglia, in natura, in Italia, non esisteeee!!!
Sfido chiunque a dimostrare il contrario!!!
E siccome la legislazione in oggetto si occupa (giustamente) di salvaguardare la fauna autoctona, solo l'incompetenza tipica del burocrate può fare di tutta l'erba un fascio e magari nascondersi dietro alla nomenclatura binomia!
Ma anche da un punto di vista pratico mi sembra un'assurdità: gli allevamenti di "cardellini nostrani" in Emilia Romagna, ma in tutta Italia, sono rarissimi, sono come le mosche bianche.
Gli obblighi amministrativi imposti dalle Leggi hanno allontanato gli allevatori da questa specie al punto che si trova con sempre maggiore difficoltà lo sbocco commerciale, mentre l'allevamento del "major" é estremamente diffuso perchè oltre ad essere più bello come fenotipo, non comporta nessun obbligo (almeno in alcune zone) ed ha un mercato decisamente interessante.  Per rendere l'idea, un ancestrale "nostrano" vale 50 €., mentre un ancestrale "major" può arrivare fino a 300 €.   
La notevole differenza di prezzo consiglia agli allevatori di non meticciare i "nostrani" con i "major" per cui non esiste neppure il rischio di trovarsi di fronte ad "esemplari intermedi".
                                                                     *****
Avevo appena concluso l'intervento di cui sopra quando mi ha telefonato Parise, che ringrazio per il suo prezioso suggerimento, (a suo tempo trattò in rappresentanza della FOI l'argomento in oggetto con i funzionari della Regione Emilia Romagna) per evidenziarmi una comma, direi decisivo, dell'art. 2 della Legge n. 157 del 11 febbraio 1992 che recita testualmente:

 
Vi rammento che questa è la "Legge madre nazionale" alla quale fanno riferimento tutte quelle regionali. Non c'è neppure bisogno di commentarla!!

 

(aggiornamento 01.02.2019 ore 11:20) 
Ho appena spedito il seguente messaggio all' URP dell'Emilia Romagna .... vediamo come andrà a finire.
Ne approfitto per ringraziare tutti coloro che mi hanno fornito informazioni, compreso i componenti di alcuni gruppi Facebook.
Ricevuto 01.02.2019 ore 12:55

 

(aggiornamento 12.03.2019 ore 11:22) 
Ho appena spedito la seguente e-mail alla segreteria dell'Assessore all'Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia Romagna, Simona Caselli.

Se neppure l'Assessore ci risponderà vedremo quali altre strade percorrere ...

Egregio Assessore,

mi rivolgo a Lei, dopo aver posto una osservazione-parere alla URP in data 15.01.2019 e ripresentata in data 01.02.2019, come da copie allegate, senza avere ricevuto, purtroppo, nessun riscontro.

Avevo sottoposto all’attenzione dei funzionari della Regione un argomento che sta mettendo in difficoltà  gli allevatori amatoriali di cardellini residenti in Emilia Romagna.

Il riferimento di cui sopra risiede all’applicazione della Legge Regionale n.8 del 15 febbraio 1994 derivante dalla Legge 157 dell’ 11 febbraio 1992, giacché si stanno riscontrando interpretazioni difformi ed eterogenee da parte dei funzionari delle sedi territoriali in riferimento alla classificazione del cardellino major (cardueliscarduelisfrigoris) che è di origine siberiana.

In alcune provincie, come per esempio Ravenna, il cardellino major viene considerato, giustamente, fauna alloctona e, conseguentemente, viene esentato dagli obblighi di cui alla L.R. n. 8 del 15 febbraio 1994, mentre in altre, come ad esempio Rimini, viene valutato alla stregua del cardellino nostrano (cardueliscardueliscarduelis) con i relativi obblighi di legge.

A mio modo di vedere, e dei tanti colleghi allevatori che seguono il mio blog, (www.danielezoli.it/pgn046.htm) la soluzione del problema potrebbe risiedere nell’applicazione dell’art.2 della Legge 157 dell’11 febbraio 1992 il quale recita: “ Fanno parte della fauna selvatica oggetto della tutela della presente Legge le specie di mammiferi e di uccelli dei quali esistono popolazioni viventi stabilmente o temporaneamente in stato di naturale libertà  nel territorio nazionale”.

Poiché i cardellini major non si trovano nel nostro territorio nazionale in stato di libertà nemmeno in maniera temporanea e considerato, inoltre, che la diversità fenotipica (aspetto) risulta evidente rispetto all’autoctono (il cardellino major è di taglia molto più grande con colori ben più vivaci) il problema parrebbe di facile soluzione.

Nell’attesa di un Suo cortese riscontro, La ringrazio fin da ora e porgo distinti saluti.

Daniele Zoli

Cell, 338.3649131