Mostre si, mostre no.

Su facebook ho assistito ad un dibattito fra Luigi e Davy sul tema delle mostre: Luigi sosteneva che per poter continuare ad allevare è indispensabile partecipare alle mostre, mentre Davy sosteneva che non lo è e che gli uccelli  destinati alle mostre sono sottoposti a stress e a notevoli sofferenze.

Secondo il mio punto di vista hanno un pò ragione entrambi. E' sicuramente vero che gli uccelli destinati alle mostre sono sottoposti ad una serie di trattamenti che, se dipendesse da loro, eviterebbero sicuramente!!

Prima di tutto la necessità di abituarli a vivere per un certo periodo di tempo (almeno un paio di mesi) in una gabbietta dalle dimensioni minime (35x15x25) affinché "imparino" a stare fermi sul posatoio, cosi che il giorno del giudizio stiano belli tranquilli ed in posa davanti all'occhio del giudice.

Un'altra operazione dolorosa è quella della "sistemazione" del piumaggio: almeno sette settimane prima dell'esposizione è necessario strappare le piume e le penne rotte  (di norma, le remiganti primarie) affinché ricrescano complete.

C'è poi un'altra operazione che, se non ben governata, può risultare particolarmente stressante ed è il trasporto fino alla sede della manifestazione: ci sono casi in cui gli uccelli restano nei trasportini anche 3 o 4 giorni (vedi campionati mondiali) ed anche se provvisti di becchime e di acqua (non sempre) incontrano difficoltà sia di adattamento che di aerazione.

Una volta arrivati in mostra, restano diversi giorni (sovente, anche una settimana) nelle gabbiette da esposizione,  dove vengono alimentati con un misto diverso da quello abituale e poi, nelle giornate di apertura al pubblico, subiscono uno stress, non di poco conto, a causa del disturbo che gli viene arrecato dai visitatori.

Io sono riuscito a non perdere mai nessun uccello in mostra (a parte quelli che mi hanno rubato) avendogli sempre dedicato loro molta cura ed attenzione e che vorrei suggerire di adottare anche ad altri allevatori.

Innanzitutto è bene dotarsi di un trasportino adeguato in cui l'uccello possa stare comodo sul posatoio e possa mangiare e bere a volontà; oltre ai semi abituali aggiungo anche una spiga di panico. Inoltre è opportuno posizionare i trasportini in modo tale che tutti gli uccelli possano godere della luce e di una sufficiente aerazione.

Nelle gabbiette messe a disposizione dall'organizzazione ho sempre riempito le mangiatoie con i semi abituali (che mi porto regolarmente da casa) ed ho sempre riempito i beverini con acqua prelevata da taniche chiuse oppure da bottiglie (mai da secchi aperti).

Appena concluso il giudizio ho sempre integrato l'alimentazione con spighe di panico, spighe di orzo ed altro, per non alterare l'apporto nutrizionale al quale gli uccelli sono abituati.

Insomma, pur avendo adottato tutte le misure possibili per rendergli meno stressante la loro esperienza devo ammettere che un certo disagio gli viene procurato e questo solo perchè fa comodo a noi allevatori!!

Infatti anche Luigi non ha tutti i torti quando afferma che per per continuare ad allevare, non solo bisogna partecipare alle mostre, ma aggiungo io, bisogna anche vincerle.

Purtroppo è cosi, almeno per coloro che allevano le specie più comuni e facilmente riproducibili, quando non si riesce a blasonare il proprio aviario, difficilmente ci si accorgerà che è pieno di uccelli belli e l'unico modo per cedere il surplus resterà quello di vendere ai commercianti a prezzi ben lontani dal punto di pareggio.

Quindi la scelta di partecipare alle mostre è praticamente obbligata, a meno che non si tengano pochissime coppie, oppure che si allevino esemplari di difficile riproduzione.

Naturalmente il ragionamento che ho fatto sopra va integrato con la attitudini e le aspirazioni di ogni singolo allevatore, che possono contribuire ad alterare, anche in misura consistente, il percorso tradizionale.

Per esempio, il mio percorso è sempre stato molto condizionato dai miei gusti personali.

Per diversi anni ho allevato gli inseparabili che più mi piacevano senza preoccuparmi che rientrassero o meno nei parametri degli standard, poi nel 2003 partecipando alla prima mostra (avevo già partecipato molti anni prima con i canarini) dovetti impostare l'intero allevamento con criteri selettivi rigidamente finalizzati agli standard, per poter raggiungere risultati importanti.

Ho ridotto drasticamente il numero delle specie ed anche delle mutazioni, ed ho spinto al massimo la selezione su quelle poche mutazioni che ritenevo potessero essere vincenti.

Nel 2010 ho partecipato a quella che, secondo me, è la mostra più importante in assoluto per gli Agapornis (il Masters BVA in Belgio); nel 2011 sono riuscito a vincere un Best in Show con i nigrigenis, riconfermato l'anno successivo con l'aggiunta di un Best anche per i canus.

Una volta raggiunti questi insperati risultati, mi sono sentito appagato ed ho cambiato, senza neppure rendermene conto, la filosofia di gestione del mio aviario.

Ho introdotto specie che rivestono uno scarso interesse sul piano espositivo (Forpus xanthops, Psilopsiagon aymara, Bolborhynchus lineola, etc. etc.) e che invece mi attraggono particolarmente dal punto di vista comportamentale.

Sto dedicando molto interesse agli Agapornis canus e penso di abbandonare, se non completamente quasi, le specie che allevo da diversi anni. (roseicollis, nigrigenis e lilianae).

Insomma mi sento sempre meno attratto dalle mostre, persino da quella belga; tant'è che sto riflettendo circa la mia partecipazione o meno da questo stesso anno.

Non sento più l'esigenza di dimostrare al mondo che sono bravo, magari più bravo di altri, per potere vendere gli uccelli a qualche euro in più... ho capito che per me allevare significa continuare ad emozionarmi nel vedere un uovo schiudersi...

Con questo non intendo assolutamente declassare i miei colleghi che fanno selezione per partecipare alle mostre: anch'io l'ho fatto per tanti anni e la considero una bellissima esperienza; credo invece che sia, come dicevo prima, una questione assolutamente personale che, nel tempo, può subire mutamenti anche importanti!.

Castelnuovo Rangone, 12 marzo 2014