La mappa del potere

Tabella 1)

 

Tabella 2)

 

Tabella 3)

 

Tabella 4)

Con questo mio intervento vorrei offrire un contributo per una seria e costruttiva riflessione alle tante problematiche che, da diverso tempo, stanno interessando il nostro mondo ornitologico.

Per cercare di spiegarmi in maniera esaustiva e perchè no, per fornire anche qualche ulteriore stimolo, la prendo un po' alla lontana facendo ricorso alle "mie memorie professionali".

Quelle che vedete a fianco sono quattro tabelle che raffigurano diverse tipologie di mappe del potere.

In qualsiasi contesto collettivo in cui operino singoli individui con il comune obiettivo di perseguire gli scopi sociali esiste una "mappa del potere"

Per cui la troviamo sia alla FIAT (o meglio, alla F CA) che all'ARCI di Castelnuovo Rangone, naturalmente divergono sostanzialmente i livelli e le dimensioni, ma il concetto di mappa è il medesimo.

Anche le nostre associazioni e federazioni ornitologiche si muovono grazie al lavoro dei propri dirigenti e soci, che operano sulla base delle mappe del potere che vengono a determinarsi in base alle caratteristiche dei singoli individui.

Nella tabella 1) ho riportato uno schema di mappa generale basata su tre livelli: il gruppo dirigente, i quadri intermedi e la base operativa.

Mentre nei livelli medio bassi (quadri e base operativa) un buon organigramma, di solito, riesce a definire abbastanza bene le aree di potere, al vertice, assumono particolare rilevanza lo stile di direzione e le caratteristiche dei singoli dirigenti

In particolare, lo stile di direzione del "capo" assume una importanza decisiva nel caratterizzare l'intera mappa del potere e quindi il comportamento dell'intera squadra.

La gestione dei flussi delle informazione rappresenta uno dei fattori più importanti che caratterizzano le leadership nelle diverse aziende.

Ci sono "capi" che mantengono "segrete" un gran numero di informazioni (in base all'equazione: + informazioni esclusive = + potere) ed altri invece che le trasferiscono, più o meno interamente, ai propri collaboratori.

Gruppo dirigente FOI (Tabella 2) - Per quanto riguarda la mappa del gruppo dirigente ho disegnato una macchia molto ampia per il presidente e macchiette più piccole per tutti gli altri membri.

Anche se non ho approfondite conoscenze di tutti gli uomini che compongono il gruppo dirigente (questa analisi va quindi letta con una certa approssimazione) ritengo che la tabella possa essere ampiamente condivisa; sul fatto che oggi l'immagine della FOI si identifichi esattamente in quella del suo presidente, sono certo che troverà un unanime consenso

Sicuramente avremo opinioni diverse sul perchè questo sia potuto accadere; alcuni ritengono che la grande chiazza di potere del "capo" rappresenti proprio il punto di forza della Federazione e che la stessa si sia resa necessaria per effetto dello scarso livello dei collaboratori (qualcuno li ha, persino, definiti cattivi consiglieri).

Io invece ritengo che questo rappresenti una distorsione della Federazione, determinata soprattutto dalle attitudini del "capo" e che andrebbe opportunamente superata attraverso un naturale avvicendamento.

Fra qualche settimana verrà approvato un "rimpasto di governo", dovendosi rinnovare il Consiglio Federale, che vedrà l'ingresso di alcuni nuovi profili, alcuni dei quali, a mio parere, di un certo spessore.

Le difficoltà nelle quali si troverà di fronte il parzialmente rinnovato gruppo dirigente saranno consistenti e dovrà compiere grandi sforzi per tentare di cambiare la filosofia dell'intero sistema che nel tempo è andato consolidandosi nell'ambito di determinati equilibri, che attualmente fanno sentire ogni "macchia" (più o meno ampia) ben protetta ed al sicuro e perciò resistente a qualsiasi tentativo di cambiamento.

Mi aspetto che il nuovo gruppo, per la sua azione di rinnovamento, intenda avvalersi di specifiche commissioni nominate per progetti mirati e che faccia ricorso ai livelli più elevati possibili di competenze presenti all'interno del movimento, ma anche all'esterno, direi in particolare all'esterno.

Mi auguro pure che, finalmente, si metta mano alla rivista della Federazione ridefinendo in maniera seria la squadra, i compiti e le responsabilità, al fine di ottenere una rivista qualificata e al tempo stesso più vicina agli allevatori.

Per quanto mi riguarda, seguirò l'azione del nuovo direttivo con molta attenzione, seguendo in particolare l'operato di alcuni membri, ai quali non farò certamente mancare i miei contributi costruttivi e le mie provocazioni.

Gruppo dirigente ASOC (Tabella 3) - La tabella disegnata mette in evidenza un "capo" con una macchia di potere di poco superiore agli altri membri della direzione.

Infatti lo stile di direzione di Roberto Sabattini, presidente dell'ASOC, si caratterizza proprio per la sua attitudine al coinvolgimento dei suoi collaboratori.

A Correggio ogni membro del gruppo dirigente ha un proprio spazio di potere, un compito preciso ed una totale autonomia di movimento all'interno della propria area.

Il presidente raccoglie le informazioni (dall'esterno e dall'interno) e dopo averle accuratamente selezionate, con frequenza settimanale, le mette sul tavolo della discussione e, congiuntamente agli altri membri del direttivo, vengono definite le linee di comportamento.

Con questo stile di direzione, fondato sul coinvolgimento reale dei propri collaboratori, si riescono ad ottenere le migliori sinergie possibili stimolando l'insieme dei soci in maniera attiva e propositiva.

Ogni venerdì la sede dell'associazione è piena zeppa di soci poiché trovano in essa un punto di riferimento sia ornitologico, che di relazioni personali.

Sfido qualsiasi associazione nazionale ed estera ad organizzare una "polentata" in una serata di febbraio, al costo di 15 euro, con una presenza di 90 soci!!

Si consideri anche, che tutti i soci che hanno aderito sono consapevoli del fatto che dei 15 euro pagati (+ quelli per la tombola), una buona parte saranno destinati alla copertura delle spese del progetto di gemellaggio con l'AOT di Palermo.

Con la stesso stile di direzione, l'ASOC di Correggio si è fatta promotrice del "Progetto Fenice" che, a mio parere, rappresenta un modello che andrebbe preso ad esempio e proposto a tutte le associazioni presenti sul territorio nazionale.

L'ASOC è riuscita ad aggregare altre cinque associazioni locali, che mantengono una propria identità ed insieme collaborano per la realizzazione dei progetti più importanti.

Prese singolarmente le sei realtà rappresenterebbero nulla, o ben poco, e sarebbero destinate ad una fine ingloriosa, insieme invece riescono ad organizzare una delle più interessanti mostre a livello nazionale con oltre 3.500 ingabbi.

La lungimiranza di tutti i dirigenti del "gruppo La Fenice" li ha portati recentemente a deliberare un progetto di gemellaggio con l'AOT di Palermo, che li proietterà avanti di secoli rispetto a tante altre associazioni, le quali non hanno più nessuna ragione di esistere, se non quella di esprimere un voto alle prossime elezioni per il rinnovo delle cariche.

Gruppo dirigente AOT (Tabella 4) - In questo caso ho disegnato una "macchia" per il "capo" più ampia rispetto a quella dell'ASOC, per il fatto che il presidente è dotato di un certo "spessore", inoltre si tratta di un gruppo dirigente giovane ed in crescita.

Ho seguito l'esperienza dell'amico Gianni Matranga fin dai primi passi, da quando decise di farsi carico delle sorti di una delle due associazioni palermitane, tra l'altro in un momento in cui tanti problemi si erano addensati e le difficili caratteristiche del territorio richiedevano grandi sforzi.

Come se non bastasse, ad un certo punto, gli sono state rubate quasi tutte le gabbie, cavalle comprese, dal capannone dove erano alloggiate, in parte ancora da pagare!!.

E' stato davvero ammirevole il grande sforzo che sono riusciti a compiere ricompattando tutti i soci, dirigenti in primis, attorno ad un progetto di rilancio che ha potuto contare anche su autotassazioni importanti.

Sono stati veramente bravi ed in poco tempo sono riusciti a riportarsi a un buon equilibrio.

La grande stima che nutro nei confronti di Gianni, come dirigente, deriva anche dal suo comportamento all'interno della sua associazione: prima di tutto ha selezionato i giovani più promettenti tra i suoi soci ed ora li sta formando affinché possano acquisire l'esperienza necessaria per dirigere l'Associazione.

Per rendere completa la loro formazione mette in comune tutte le informazioni che acquisisce e quindi, insieme a loro, le elabora traducendole in progetti operativi.

Per Gianni l'AOT non rappresenta la ragione della sua vita, avendo altri interessi a cui vorrebbe dedicarsi, ma sicuramente un progetto importante al quale ha dedicato tanto tempo e tante energie.

Ogni tanto mi confida di volere interrompere la sua esperienza alla presidenza dell'AOT, perchè ritiene che i suoi ragazzi siano già in grado di portarla avanti anche senza di lui.

Io non sono tanto d'accordo: è vero che oramai l'associazione ha decollato, è vero che il gruppo di ragazzi che ha formato sono molto in gamba, ma è altrettanto vero che le grandi difficoltà del momento ed i nuovi ed importanti progetti messi in cantiere potranno ancora mettere in difficoltà il cammino.

Almeno per uno o due anni ancora, caro Gianni, devi assolutamente rimanere!!

Conclusione: spero che coloro che avranno avuto il "fisico" di leggere fino in fondo questa mia "lenzuolata" di parole, abbiano compreso le ragioni di fondo per le quali sono piuttosto critico nei confronti della Federazione e sono invece molto disponibile nei confronti delle due associazioni che ho descritto.

Il mio allevamento, che amo moltissimo, non potrebbe sopravvivere in solitudine se non restasse inserito in un contesto più generale, da qui la molla che mi spinge a mettere il mio impegno ed a fornire il mio contributo a tutte quelle realtà che ritengo essere sane, pulite e in grado di stimolare la mia passione per progetti interessanti.

Come il grande capolavoro del gemellaggio fra l'AOT e il gruppo della Fenice, che dovrebbe andare in porto nei prossimi giorni (vedi articolo dedicato), per il raggiungimento del quale ho collaborato con i dirigenti dei due gruppi.

Anche questo rappresenta uno di quegli esempi che dovrebbe essere preso a riferimento dalla Federazione e promosso in ogni occasione, perchè questi sono i progetti che ci permetteranno di sopravvivere.

La competizione fine a se stessa, che per tanto tempo ha rappresentato il principale interesse del nostro mondo, non è più sufficiente a garantirci il domani!

Oggi è indispensabile stimolare nuovi interessi che completino ed integrino il nostro allevare attraverso scambi culturali, esperienze logistiche ed organizzative, progettualità ambientale ed ornitologica, progetti di formazione, esperienze anche ludiche e turistiche.

Io credo che questo non debba essere un progetto chiuso alle due realtà firmatarie di questo primo accordo, bensì un progetto aperto a chiunque intenda aderirvi, alla sola condizione che esista la compatibilità con lo spirito e la filosofia sopra descritti.

Penso, per esempio, alla meravigliosa iniziativa che l'amico Nello Formisano ha realizzato a Somma Vesuviana (NA) con la scuola di formazione ornitologica aperta a tutti gli allevatori, che ha visto la partecipazione di oltre 100 giovani e che è stata letteralmente e colpevolmente ignorata dalla Federazione! 

Per quanto riguarda il gran da fare che mi sono dato in questi mesi circa il mio impegno di collaborazione con ASOC e AOT ne ho sentito di tutti o colori: i miei detrattori sono arrivati persino ad ipotizzare che dietro al progetto di gemellaggio si nascondesse un segretissimo e cruento tentativo di colpo di stato, anzi... di colpo di federazione!

Mettetevi pure tranquilli e aprite bene gli occhi: vi accorgerete che dietro a questi progetti non c'è nulla di segreto e neppure di pericoloso, c'è solo il futuro della nostra ornitologia!!

Castelnuovo Rangone, 08 febbraio 2014