Sugli Agapornis  

 (di Gianni Matranga)

Non per eccesso di rigore scientifico ma per una più precisa conoscenza e determinazione, desideriamo indicare alcune considerazioni circa due fondamentali questioni: l’esatta nomenclatura in presenza di sottospecie e l’esatta denominazione e pronuncia delle specie appartenenti al genere Agapornis.

Nel primo caso si vuole sottolineare che alcune delle specie appartenenti al Genere posseggono delle sottospecie e precisamente i Roseicollis con il Catumbella, i Canus con l’Ablectaneus, lo Swidernianus con l’Emini e lo Zenkeri e il Pullarius con l’Ugandae e il Guineensis, quest’ultima non considerata valida e quindi non riconosciuta.

Naturalmente la comunità scientifica per identificare una sottospecie avrà accertato la sussistenza di differenze, che anche se minime, la fanno ricondurre a quello nominale.

Con questo riconoscimento, praticamente, gli scienziati vogliono segnalare che, questi nuovi soggetti, si sono differenziati da quella nominale costituendone per così dire una variante non totalmente differente ma che si discosta per alcune piccole caratteristiche fenotipiche.

Quando leggiamo dei testi scientifici o di classificazione per sapere in anticipo se una determinata specie possiede delle sottospecie si fa uso della cosiddetta nomenclatura trinominale (composta da tre nomi). Facciamo un esempio: Il Roseicollis verrà declinato in Agapornis (genere) roseicollis (specie) roseicollis.

Il ripetere due volte il nome della specie significa che questa avrà sicuramente almeno una sottospecie ed infatti del Roseicollis esiste la sottospecie Catumbellae quindi correttamente andremo a scrivere Agapornis roseicollis (specie) catumbella (sottospecie).

Bisogna stare attenti pure alle lettere maiuscole, infatti avrete notato che il Genere ha la lettera iniziale maiuscola mentre specie e sottospecie, quando seguono la prima, sono e devono essere scritte con le iniziali minuscole, tranne che non vengano declinate da sole.

Proseguendo trascriviamo le altre che hanno delle sottospecie: Agapornis canus canus, ha una sottospecie perciò verrà scritto Agapornis canus ablectaneus. Agapornis swindernianus swindernianus ha due sottospecie che li scriveremo: Agapornis swindernianus emini ed Agapornis swindernianus zenkeri.

Agapornis pullarius pullarius con la sottospecie Agapornis pullarius ugandae. Per quanto detto, siccome le altre specie non posseggono sottospecie saranno riportate con la sola classificazione binominale (due nomi) e, pertanto, avremo Agapornis personatus, Agapornis fischeri, Agapornis nigrigenis, Agapornis lilianae.

E ora delle precisazioni che sono frutto di osservazione di errori che si continuano a commettere in relazione ai corretti nomi delle specie di Inseparabili.

Senza troppo dilungarci segnaliamo che la parola Agapornis è composta da due parti di cui quella finale Ornis (in greco uccello) è maschile. In considerazione di ciò tutti i nomi riferiti agli Agapornis devono finire con desinenza finale al maschile in us se sono parole derivate da vocaboli latini, o possono essere derivati da luoghi, nomi o cognomi di persone o altro ancora.

Pertanto, in relazione a quanto detto è corretto dire e scrivere Canus e non Cana perché derivato dalla parola latina che vuol dire canuto (il riferimento è al cappuccio grigio chiaro come i capelli di persona anziana), mentre è corretto scrivere Personatus e non Personata, anche qui, la parola è latina e al maschile significa mascherato. Fischeri e non Fischer, in questo caso il riferimento è al nome del suo scopritore, l’esploratore tedesco Gustav Fischer. Nella fattispecie si aggiunge al cognome una i finale.

Lilianae , invece, è il nome dato a questo pappagallo in onore di miss Lilian moglie di un collaboratore del capitano George Ernst Shelley, geologo ed ornitologo britannico.

Quali siano i motivi di tanta deferenza non si conoscono ufficialmente ma si possono intuire con un po’ di malizia. I corridoi riferivano di una forte attrazione di Shelley per la detta signora. Questa specie viene anche chiamata Inseparabile di Shelley o ancora del Lago Nyassa nei cui dintorni vive.

Taranta e non Tarantus perché il nome dato a questa specie deriva dal nome di un altipiano Etiope ove fu osservato per la prima volta da esploratori che cercavano le sorgenti del Nilo.

Pullarius e non Pullaria sempre perché, essendo una parola latina che viene riferito a piccoli animali, pertinente ai pulcini o agli animali giovani, va declinato al maschile, quindi, finale in us.

Nigrigenisè un nome latino composto da Nigro che significa scuro, nero e Gena che significa guancia, quindi essendo declinato al plurale si traduce letteralmente guance nere pertanto il plurale sarà con finale in is.

Swindernianusè il nome di questo enigmatico Inseparabile ed attribuita dal suo scopritore Heinrich Kuhl nel 1820 in onore del professore olandese, Theodore van Swinderen, della Groningen University.

Infine il più noto Roseicollis nome latino composto, formato appunto da Rosei che significa rosa e Collum che significa collo, quindi, dal collo rosa. Proprio su questo nome ci sono tante interpretazioni e storture che spaziano da Roseincollis a Roseicollins oppure Ronseicolli ed altri ancora e che sono resistenti ad essere corretti così come è più diffusa ormai l’abitudine, dura a morire, di chiamare Personata o Cana e non Personatus o Canus come sarebbe giusto chiamarle.