13 maggio 2012
Nella foto in alto sono ripresi due
bellissimi maschi che Luciano mi ha concesso in comodato d'uso per 5
mesi (ah ah ah) affinchè li prepari per il Masters BVA di settembre.
Uno dei due verrà, molto
probabilmente, ceduto ad Aalst.
Stanno completando il rinnovo della
muta e mettono in evidenza un piumaggio bellissimo, sicuramente
unico tra tutte le specie di Agapornis.
Le barbule delle piume sono molto
fini e piccolissime, tant'è che osservandoli da vicino non sembrano
neppure ricoperti da piume bensì da un fine tessuto di velluto.
Nei prossimi giorni cercherò di
scattare qualche foto che riprenda, in modalità macro, la zona
dell'occhio.
Il contrasto fra il rosso brillante
della mascherina, il verde compatto ed omogeneo del collo, il nero
della pupilla ed il bianco delle piccolissime piume che orlano la
parte inferiore dell'occhio, sono un vero e proprio spettacolo.
Se dovessi definire il colore della
mascherina con l'aiuto della scala RAL (www.ralcolor.com)
oserei direi che si avvicina molto al 3024 (rosso brillante).
Ho notato che dedicano moltissimo tempo alla cura del piumaggio; se lo pettinano e se lo
lisciano con il becco con molta dedizione, anche se non amano
bagnarsi.
Pur avendo a disposizione
costantemente una vaschetta con acqua, non l'hanno mai presa in
considerazione.
Nella seconda foto si vede il
giovane maschietto, parzialmente nascosto dal centocchio e da una
foglia di tarassaco, che sta velocemente abbandonando il "vestito"
da novello per indossare quello da adulto.
Devo però dire che hanno anche
qualche difetto: sono degli spreconi di cibo senza pari, e, pur
mantenendo il piumaggio pulitissimo, riescono ad imbrattare la
gabbia, con il fico, in modo indecente.
Ho notato anche un'altra cosa; la
coppia giovane (5 mesi circa) è molto più curiosa e socievole dei
suoi fratelli maggiori.
Se somministro qualche alimento
nuovo, mentre la coppia adulta prima di avvicinarsi tentenna un pò,
quella giovane non manifesta alcuna perplessità.
Vi racconto l'esperienza delle
spighe immature di orzo che gli ho somministrato in questi giorni.
Mentre la coppia giovane le ha
divorate immediatamente, quella adulta, invece, si
avvicinava alla spiga, giocherellava, ma non osava assaggiarle.
Ho dovuto strappare i cicchi dalla
spiga e metterli un una mangiatoia a parte e solo a quel punto si
sono decisi a mangiarli per poi precipitarsi sulla spiga.
Questo per dire che lo spostamento,
da un allevamento ad un altro, di esemplari ancora giovani potrebbe
rendere più agevole l'adattamento alle nuove condizioni alimentari.
Naturalmente un solo caso non fa
testo anche se va tenuto in considerazione.
Invece per le condizioni ambientali
il discorso cambia sostanzialmente, ma questo argomento lo
affronterò in seguito.
Come si vede nelle foto a fianco, ho
costruito il complicatissimo nido consigliatomi dall'amico Luciano.
Ad opera ultimata ho notato che
rispetto a quelli di Luciano denota qualche leggera differenza,
voglio sperare che non costituisca un problema ai fini del successo
riproduttivo.
Mentre la coppia coetanea,
che si è tenuto, è già entrata nel nido, la mia, non ne
vuole ancora sapere.
Si limitano a stare sul posatoio
posto in prossimità del foro di ingresso, guardano dentro con
curiosità, ma
ancora non li ho visti entrare.
Luciano sostiene che l'ingresso nel
nido rappresenta il primo importante passo sulla strada della
riproduzione; il prendere confidenza con il nido, fin dalla giovane
età, è un fatto importante......speriamo bene... |