I cenerini in allegato A)?

Un ulteriore aggiornamento trasmessomi dall'Avv. Dalba che ringrazio (31.08.2016).

Sono pervenute alla organizzazione della Conferenza le varie posizioni nazionali, si riportano i passi più significativi di alcune, con riserva di meglio integrare.

La Liberia scrive: "Sostegno alla proposta di trasferire il cenerino in Appendice I: la Liberia è parte dell'areale del cenerino ed è profondamente preoccupata (deeply concerned) all'esito dei dati di campo, che indicano un'accelerazione nel declino della specie nello stato e nella regione. Le nostre consultazioni ci hanno chiarito che anche altri stati dell'areale affrontano il declino per via della crescente domanda di pappagalli per fornire il commercio del pet ("due to the increasing international demand for parrots to supply the pet trade"). Il commercio illegale della specie è in aumento e la specie è in pericolo nella nostra sub-regione. Dal nostro punto di vista, il ricorrente declino indica che la corrente classificazione CITES e le misure adottate sono insufficienti per assicurare che i livelli di commercio internazionale rimangano sostenibili, sono insufficienti per proteggere propriamente la specie. Noi consideriamo che l'inclusione in Appendice I sia divenuta un'urgente misura di conservazione per la specie nel suo areale. Sosteniamo fortemente la proposta 19. Fermare l'esportazione commerciale, attraverso l'inclusione in Appendice I è necessario per bloccare il declino". (https://cites.org/sites/default/files/E-CoP17-88-02-A7.pdf).

Il Niger: "Il Governo del Niger, per quanto non sia uno Stato dell'areale dell'animale, sostiene questa proposta per via delle preoccupazione esposte dagli stati dell'areale nella regione relativi all'incremento dei livelli di commercio internazionale. Noi consideriamo che il ruolo della CITES sia di sostenere gli stati dell'areale negli sforzi che impiegano per assicurare che il commercio internazionale non abbia effetti nocivi sulle specie che sono colpite dal commercio internazionale stesso. Notiamo che la specie ha subito un rimarchevole declino della popolazione nel suo areale, particolarmente nell'Africa occidentale, ed è stata riclassificata come vulnerabile nella Lista rossa dell'IUCN nel 2012. Il traffico internazionale rimane assai voluminoso ed è una concausa che minaccia la specie assieme alla deforestazione, lo scadere della qualità dell'habitat, la perdita e la frammentazione della foresta. Un'inclusione nell'Appendice I interromperebbe il traffico commerciale di questa specie, sosterrebbe gli sforzi nazionali e regionali per conservare la specie, condurrebbe a sanzioni più elevate e porrebbe maggiore attenzione sulla specie, rendendo più facile la destinazione di fondi per la messa in opera delle misure di conservazione nazionali". (https://cites.org/sites/default/files/E-CoP17-88-02-A8.pdf)

La Nigeria: "I cenerini sono declinati di oltre il 50% in tre generazioni in molti degli stati dell'areale, specialmente per via delle trappole per catturare animali da pet vivi. La natura insostenibile di questo commercio è riconosciuta dall'UE e dagli USA, due dei maggiori mercati per i cenerini, entrambi proponenti. La maggior parte degli uccelli che vengono catturati in questa maniera non raggiungono vivi i mercati di destinazione e vi è una significativa corruzione legata al traffico dei molti uccelli catturati in natura, che vengono spacciati [laundered] per animali nati in cattività. La Nigeria preme su tutte le parti affinché la proposta sia adottata, per aiutare ed assicurare il futuro di questa specie unica ed altamente intelligente  https://cites.org/sites/default/files/E-CoP17-88-02-A9.pdf

Ringrazio L'Avv. Dalba per la bruttissima notizia che ci ha fornito.  Se non vado errato la possibilità che venga respinta la proposta del passaggio all'appendice I, a questo punto, è molto elevata. In pratica è come se il governo esprimesse parere contrario su di una proposta di legge in corso di votazione.. (nove volte su dieci la proposta viene respinta).

25.08.2016 ore 13,00

Si registra una non buona notizia dal fronte CITES.

Sono state pubblicate le raccomandazioni del Segretariato e, con riferimento al cenerino, si legge Based on the information available at the time of writing, psittacus erithacus does not meet the biological criteria in Resolution Conf. 9.24 (Rev. CoP16) Annez 1 for its inclusion in Appendix I. The Secretariat reccomends that this proposal be rejected.

Ossia: sulla base delle informazioni disponibili all'epoca della redazione, lo Psittacus erithacus non rispecchia i paramteri biologici indicati nella Risoluzione Conf. 9.24 (Rev. CoP16) Annez 1 per la sua inclusione nell'Appendice I. Il Segretariato raccomanda il rigetto della proposta.

Tale conclusione deriva da una serie di considerazioni (che si trovano per esteso qui: https://cites.org/sites/default/files/eng/cop/17/WorkingDocs/E-CoP17-88-01%20Annex%201.pdf) che si riassumono: il cenerino avrebbe ancora un ampio areale in Africa, una nutrita popolazione (da alcune centinaia di migliaia ad alcuni milioni di uccelli in libertà). Nonostante la distruzione dell'habitat e la frammentazione, così come i prelievi legali ed illegali per il commercio di animali specie in Africa occidentale e specie per Psittacus erithacus timneh  non vi sono dati di un marcato declino di tutta la popolazione selvatica.

Dati affidabili sulla popolazione e sulle tendenze della popolazione sono sostanzialmente assenti per quanto riguarda il bacino del Congo, che è la maggiore area di distribuzione del cenerino (e più specificamente della sottospecie nominale Psittacus erithacus erithacuse dove la trasformazione delle foreste, che minaccia la conservazione del cenerino, è relativamente lenta e limitata. Come indicato nelle dichiarazioni a sostegno della proposta, il commercio di animali nati in cattività, originante da Stati al di fuori dell'areale, è aumentato significativamente e copre buona parte della domanda di animali. Il commercio autorizzato in animali di cattura, che occorre al di sotto delle quote previste dal CITES, sembra limitato in relazione alla dimensione della popolazione. I proponenti sottolineano i problemi, ampiamente riconosciuti, relativi all'effettiva messa in opera delle previsioni della CITES per il commercio del cenerino. La conferenza delle parti ed i comitati hanno fatto le proprie raccomandazioni per esprimere queste preoccupazioni in passato

Anche Chamberlain fece un volo a Monaco nel'interesse della Cecoslovacchia, come sia finita poi lo sappiamo tutti. Due cose sul Congo: una recente guida turistica sostiene che scesi all'aeroporto di Kinshasa l'arrivo in centro, anche a bordo di taxi, sia estremamente pericoloso. Un'altra è la raccolta di aneddoti terrificanti sull'attraversamento del fiume Congo da Brazzaville a Kinshasa riportata nel volume già citato in un precedente intervento. Quanto possano valere le raccomandazioni della CITES nella foresta o a Kisangani lo lascio immaginare.

Certo l'Unione Europea, questa volta saggiamente, ha capito che l'unica via sarebbe quella del trasferimento in appendice I e, se non su scala mondiale, quantomeno a livello dell'Unione uno strumento per proteggere i cenerini lo avrebbe comunque. Infatti gli Allegati al Regolamento 338/97 non corrispondono appieno con le appendici alla Convenzione CITES (non vanno confusi, come fanno taluni, Appendici ed Allegati) e vi sono molti animali inseriti in Allegato A (si vedano le note da 8 a 11 relative all'interpretazione degli allegati CITES). Tanto per fare un esempio: la Spatola Platalea leucorodia sta in appendice II CITES, ma in Allegato A del Regolamento 338/97.

La CITES non è lo strumento che interviene direttamente sull'allevamento a mano o sullo sfruttamento delle coppie per produrre animali addomesticati, ma se la votazione sarà favorevole (e tuttavia con il parere negativo del Segretariato si hanno dei dubbi sul fatto che ciò avvenga) non si vedranno più quegli indecenti spettacoli di pulli ancora in incubatrice portati nelle fiere per essere venduti (per aggirare anche i divieti in tal senso, vengono portati pulli quasi svezzati, tenuti in cestini di vimini sotto una tovaglia, circostanza da me osservata personalmente) Che poi il legislatore italiano intervenga sul punto è fantascienza, si resta in attesa degli esiti degli incontri delle varie delegazioni continentali (che dovrebbero essere attualmente in corso) per fornire notizie prima della conferenza.

 

L'Avv. Francesco Saverio Dalba ha raccolto il mio invito e mi ha inviato le sue valutazioni circa il dibattito che si sta sviluppando attorno alla questione del passaggio dei cenerini dall'allegato B) all'A).

Ho letto con attenzione la sua nota con la quale mi trovo perfettamente d'accordo al punto che gli rubo una sua affermazione: "Quindi starebbe bene così: appendice I e quota zero" .

21.08.2016

 

Guardare gli occhi di quegli uccelli. Fuori i mercanti dal tempio della natura!

 

Corrisponde a verità la percezione di una recente "alzata di scudi" (ma scudi metaforicamente e letteralmente "di carta") avverso il proposto passaggio dello Psittacus erithacus dall’Appendice II all’Appendice I della CITES. Gli argomenti utilizzati, dei più vari, appaiono per lo più infondati.

Prima di passare ad analizzarli, va menzionata una corretta osservazione (l’unica che mi sento di condividere, parzialmente), ossia quella di Tony Silva: riduciamo la quota di esportazione a zero. Ottima ma la sua applicazione lascerebbe comunque aperti dei problemi.

1) Quest'anno si stabilisce quota zero, ma chi dice che il prossimo venga ripetuta la scelta? Invece i passaggi da un'appendice all'altra sono più complessi e dunque duraturi.

2) La quota zero non elimina i possibili traffici internazionali. Infatti – non celiamoci dietro un pallio forato – un animale in appendice II una volta entrato in determinati Stati non ha problemi a circolare in altri Stati [1]. Se si vedono (e si sono viste!) gabbiate con decine di Combassu, senza anello, Vedove del paradiso senza anello e con code perfette, tessitori senza anello, a non volere essere ipocriti, qualche domanda ce la si può porre. Ma questi uccelli parassiti, di difficilissima riproduzione, com’è che li troviamo in vendita in così gran copia? Da dove provengono? Sono stati riprodotti da noi? Si tratta di animali che non abbisognano di certificazione CITES, quindi una volta entrati in UE in qualche modo, circolano come ‘uccelli di bosco".

Un animale di appendice II parimenti può essere, illecitamente, fatto passare per figlio di una coppia assai prolifica, può succedere che il Čičikov di turno semplicemente sostituisca un animale vivo ad uno morto, oppure se anellato in qualche modo in certi Stati anche Europei il cenerino potrà liberamente circolare. Un animale di appendice I invece non si sottrae a quei controlli che ne determinano la paternità e comunque richiede una documentazione di accompagnamento ben più pregnante.

Quindi starebbe bene così: appendice I e quota zero

Nel documento dei proponenti il trasferimento sono riportati alcuni casi di importazioni clandestine, pochi in verità, ma è dato dubitare che le autorità non siano al corrente di certi flussi dalla Porta d’Oriente e dal vecchio impero Selgiuchide, donde arrivano i cenerini (e non solo i cenerini). D’altro canto se il Congo è stato accusato di esportare oltre le quote, se sono stati rinvenuti documenti artefatti, da qualche parte quegli uccelli (quelli che sopravvivono) dovranno pure andare.

Tanto per fare un esempio, la Cina ha vietato l’esportazione di panda, essi sono di proprietà del governo cinese ed i giardini zoologici che li vogliono tenere pagano una somma al governo cinese (reinvestita almeno in parte in tutela dei panda sul territorio), ospitano per un certo tempo i guardiani cinesi ed i piccoli sono di proprietà della Cina. Lo stesso tentò il Brasile con l’Ara di Spix, ma con minor successo. Siccome i panda, ad eccezione di qualche dono diplomatico, non sono oggetto di libero scambio e non vengono appetiti da schiere di allevatori, non corrono i medesimi pericoli dei cenerini. Apparigliare le due specie (eppure è stato fatto!) è privo di fondamento, anche perché il Panda sta e giace bellamente in appendice I e da lì nessuno ve lo sposta.

Liberalizza il commercio dei panda, spostali in appendice II e dopo qualche mese avrai gli zoo pieni, i privati che li ambiscono e le foreste cinesi vuote. Peraltro è una quaternio terminorum confondere la CITES con lo IUCN (ma anche questo è stato detto).

***

Non comprare animali fonte W. A parte che in Europa uccelli di fonte W [2] è da un po’che non entrano (ma può darsi che il dato sia stato dimenticato). Quindi si dovrebbero in ogni caso acquistare uccelli che sulla carta dichiarano dieci anni o più. Un uccello di fonte W acquistato in Europa, di due-tre-sette anni, deve automaticamente destare sospetto sulla provenienza e non si può invocare la propria ingenuità o candore al proposito.

L'affidamento alla buona volontà degli acquirenti equivale a lasciare il barattolo di marmellata aperto: la maggioranza sono persone coscienziose, ma bastano quei pochi che delinquono a rendere vani gli sforzi degli altri. Per altro verso se ci troviamo nella situazione attuale è perché gli animali stavano in appendice II e si faceva affidamento sul senso civico delle persone. Lasciamo le cose così e non cambierà nulla.

Il mercato dei cenerini, è inutile nascondersi sotto un velo trasparente, è principalmente finalizzato alla creazione di animali sottratti dalle nidiate (addirittura ab ovo!) per essere addomesticati. Questo non è allevare per salvaguardare, non è allevare per proteggere ma è allevare per lucro. Fine.

Si sostiene che con l’ingresso in appendice I verrebbe ostacolato l’allevamento. Se ti piacciono i cenerini (come le amazzoni di Cuba o i cacatua delle Molucche) li prendi anche se sono in appendice I. Invece se allevi animali per il (triste) mercato del pet, usando le cenerine come chiocce alle quali sottrai le uova o i pulli, devi sempre rimpinguare il numero delle fattrici (che vivono meno) e quindi o compri da chi alleva cenerini nati in cattività, che riproducono dopo quattro o cinque anni (e pertanto hanno costi maggiori all'acquisto o per il mantenimento), oppure potresti anche essere tentato di scegliere la via breve e ti prendi dei pappagalli già adulti a buon mercato. Con l’appendice I questo diviene estremamente difficile, se non impossibile.

***

Comunque il discorso è abbastanza fine a se stesso: infatti l’UE ha già manifestato i suoi intendimenti, promovendo l’iniziativa; essa si esprimerà con un unico voto ma commisurato come i voti dei singoli Stati che la compongono. Quindi l’UE, salvo revoca della proposta, e l’Italia di conversa sappiamo già che cosa voteranno.

Chi ha davvero a cuore le sorti dei cenerini (e vi sono allevatori che sono entusiasti della proposta) non può che plaudire all’iniziativa.

[1] Si veda la recente ricerca sui cenerini, la CITES e Singapore in Oryx 13 aprile 2016, Shades of grey: the legal trade in CITES-listed birds in Singapore notably the globally threatened African grey parrot Psittacus erithacus, nonché il relativo articolo pubblicato il 2 maggio 2016 dall’Università di Washington [http://conservationmagazine.org/2016/05/investigation-reveals-singapores-role-wild-bird-trade/], del quale si offre una sintesi in italiano.

 

CHE COSA E' ACCADUTO A 10.000 CENERINI A SINGAPORE?

Chris Shepherd e Colin Poole, esaminando i dati delle importazioni di cenerini a Singapore, notarono che su 41.737 importazioni tra il 2005 ed il 2014, 31.529 furono esportati, massimamente a Taiwan, in parte negli Emirati Arabi Uniti ed in Giappone. Mancano all’appello 10.000 cenerini. Alcuni saranno rimasti a Singapore ma è difficile credere che lo siano tutti. Circa 90.000 uccelli in CITES esportati a Singapore non vennero riesportati e non si sa dove siano.

Gli autori ritengono che i dati lasciano trasparire un commercio sottotraccia e chiedono a Singapore di fornire alla CITES dati più accurati, riportando l’esatto numero degli animali esportati anziché solo il numero di permessi rilasciati e concludono: “Per quando riguarda i cenerini, alcune nazioni spingono affinché la specie passi dall’Appendice II all’appendice I".

[2] Nell'unica pronunzia della Cassazione relativa allo Psittacus erithacus, la difesa del ricorrente utilizzò un buon argomento l'argomento: gli animali sarebbero stati di fonte "P" e l'importazione di specie protette sarebbe comunque consentita ove si tratti di specie ad uso personale o domestico, tuttavia ragioni di indole processuale non consentirono alla Corte di entrare nel merito della difesa stessa (Cass. pen, sez. III, 7 gennaio 2015, n. 11337).

Ringrazio l'Avv, Francesco Saverio Dalba per le preziose informazioni che ci ha fornito, non solo in merito al passaggio o meno del pappagallo cenerino in allegato A), quanto per le norme procedurali relative alla Conferenza CITES.

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Psittacus erithacus: la proposta presentata alla XVII Conferenza CITES di Johannesburg.

§ 1. L’adesione dell’UE alla Convenzione CITES.

Chi denominò così il Sud Africa era animato da uno spirito pragmatico (lo stesso che albergava in chi diede nome all’Australia Orientale, Australia Meridionale e, con una scintilla di maggiore fantasia al Northern Territory), un po’ la stessa mancanza di inventiva che si aveva con la Yugoslavia (ossia Slavia del Sud) o più di recente con Timor Est (dove Timor in malese significa a sua volta Est), ma si trattava di un uso diffuso nella zona, se la Namibia fino a qualche decennio fa era detta Africa del Sud-Ovest, e come tale viene ricordata nella nota questione sui passaporti di cui fu investita la Corte Internazionale di Giustizia nel 1955. Ad ogni buon conto in Sudafrica fiorisce l’allevamento di specie rare ed esotiche di pappagalli e viene pubblicata la rivista di ornitologia Avizandum, titolo che è un gioco di parole, ma che ricorda anche la formula utilizzata dai giudici scozzesi quando si ritirano per deliberare. Ecco: dal 24 settembre al 5 di ottobre di quest’anno 2016 avrà luogo a Johannesburg la diciottesima conferenza delle Parti della CITES.

Una breve notazione di ordine storico-pratico: nella quarta conferenza, svoltasi a Gaborone in Botswana il 30 aprile 1983 fu approvato un emendamento all’articolo XXI della Convenzione CITES, col quale si consentiva la partecipazione alla stessa alle Organizzazioni regionali di integrazione economica. L’emendamento è entrato in vigore il 29 novembre 2013 (con un regime di applicabilità differenziato a seconda della adesione dei singoli Stati alla Convenzione al momento dell’entrata in vigore dell’emendamento, per chi volesse approfondire, il meccanismo si trova indicato all’art. XVII, paragrafo terzo della Convenzione CITES).

Ecco, l’Unione Europea è divenuta parte della CITES l’8 luglio 2015, in forza dell’Emendamento di Gaborone e della Decisione (UE) 2015/451 del Consiglio del 6 marzo 2015 relativa all’adesione dell’Unione europea alla convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e di fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES). Sino al 2015 gli Stati membri UE avevano avuto una posizione comune in seno alle conferenze, ma ora, nelle materie di competenza dell’UE sarà quest’ultima a votare ed il suo voto verrà conteggiato come quello di ventotto Stati.

Tutta questa premessa perché? Perché la proposta di traslare lo Psittacus erithacus dall’Appendice II all’Appendice I promana anche dall’UE. Quindi può già contare ventotto voti favorevoli. Le parti della Convenzione sono attualmente 182 [in realtà 181, poiché tra i 182 si conta l’Unione Europea].

 

***

§ 2. Lo Psittacus erithacus.

Tradotto dal latino grecizzante significa Pappagallo rosso, Psìttacus (con l’accento tonico sulla i e non sulla a, come si sente sovente, pronuncia quest’ultima che ingenera orripilazione) sta per generico pappagallo (nelle prime edizioni del Systema Naturae la maggioranza dei pappagalli era detta Psittacus), mentre erithacus è il nome greco del pettirosso (che non per nulla si chiama Erithacus rubecula),  l’Aldovrandi nel 1603 chiamò il cenerino Psittacus cinereus s. subcaeruleus. A chi scrive erithacus ricorda il Περίπλους τς ρυθρς Θαλάσσης, ossia il Periplo del Mar Rosso, il cui anonimo autore avrà sicuramente veduto dei pappagalli nel suo viaggio, ma difficilmente dei cenerini.

I testi divulgativi più ricchi di informazioni sono principalmente quello di Karl Ruß, Der Graupapagei. Seine Naturgeschichte, Pflege und Abrichtung, pubblicato nel 1896 ma di sempre piacevole lettura e Wolfgang de Grahl, Der Graupapagei (quest’ultimo si trova anche in versione inglese), alcuni più romanzati e

moderni a volte appaiono più affettati o melensi, altri sono i soliti manuali che ripetono ad infinitum le solite notizie che valgono per tutti i pappagalli.

Quest’anno le quote di esportazione dei cenerini sono state molto limitate: tremila uccelli di cattura dal Camerun. D’altro canto quest’anno (16 marzo 2016) il Comitato direttivo ha inoltrato una Notificazione alle parti recante la Repubblica Democratica del Congo raccomandazione di sospendere il commercio di pappagalli cenerini, tra l’altro vi si legge:

Al suo sessantaseiesimo incontro (SC66, Ginevra, 2016) il Comitato Direttivo ha assunto le seguenti raccomandazioni relative alla gestione dell’esportazione dello Psittacus erithacus (pappagallo cenerino): a) tutte le parti sospendano il traffico commerciale di esemplari della specie Psittacus erithacus dalla Repubblica democratica del Congo d’ora innanzi, ad eccezione di un’esportazione di 1.600 esemplari nel 2016, già catturati e pronti per l’esportazione, ma condizionata alla conferma da parte del Segretariato dell’autenticità dei permessi di esportazione sino a quando non sarà sviluppato uno studio sul campo con base scientifica per stabilire lo stato della popolazione della specie in questo Stato  ecc…”[1].

La Repubblica Democratica del Congo, tra il 1994 ed il 2013 esportò 224.382 esemplari di Psittacus erithacus. Il Segretariato CITES nel febbraio 2001 ha segnalato un abuso su larga scala dei permessi di esportazione rilasciati nella Repubblica Democratica del Congo; dal 1994 al 2013 sono stati esportati 60.911 esemplari oltre alle quote previste. Congo e Camerun, al 2013, erano i maggiori esportatori.

***

§ 3. La proposta di emendamento delle appendici. Psittacus erithacus.

L’articolo XV, paragrafo primo della Convenzione, Emendamenti alle appendici I e II prevede che ciascuna parte della Convenzione può proporre un emendamento alle Appendici I o II; lumeggiando i tratti principali della procedura: la parte della Convenzione propone un emendamento alle Appendici I o II comunicandone il testo almeno centocinquanta giorni prima dell’assemblea. Gli emendamenti vengono approvati dalla maggioranza dei due terzi dei partecipanti presenti e votanti. Per “partecipanti presenti e votanti” si intendono i partecipanti alla assemblea che abbiano espresso un voto affermativo o negativo. Gli astenuti non vengono conteggiati. Gli emendamenti debbono entrare in forza entro novanta giorni dalla assemblea.

Nella nona assemblea Cites (7-18 novembre 1994, Fort Lauderdale) venne approvata la risoluzione Conf. 9.24 (Rev. CoP16) Criteria for amendment of Appendices I and II (Criteri per l’emendamento delle Appendici I e II)[2]. L’allegato 1 alla risoluzione indica i criteri per l’inclusione delle specie nell’Appendice I, tra questi: § C) i) un marcato declino della popolazione in natura, che è stato osservato come continuativo e § C) ii) un marcato declino della popolazione in natura, che è stato desunto o valutato in proiezione sulla base di un livello o di un modello di sfruttamento ed un decremento della qualità dell’habitat ed una restrizione.

Ebbene, sulla base di questi criteri l’Angola, il Ciad, l’Unione Europea, il Gabon, la Guinea, la Nigeria, il Senegal, il Togo e gli Stati Uniti d’America hanno avanzato la proposta[3] per il trasferimento dello Psittacus erithacus, pappagallo cenerino, dall’appendice II all’appendice I.

La puntuale proposta scandaglia tutti gli aspetti relativi allo stato dell’animale, rammenta che negli ultimi trent’anni lo Psittacus erithacus è stato riprodotto diffusamente e con successo in cattività e che tra il 1985 ed il 2011 sono stati esportati 54.937 uccelli riprodotti in cattività (esclusi gli animali provenienti dall’Africa). Cionondimeno un certo numero di sequestri di uccelli prelevati dal loro ambiente naturale

ed importati in Europa indica che il mercato per gli uccelli di cattura non è venuto meno, anche se a livelli molto inferiori rispetto al periodo precedente il 2006.

Tutti gli Stati dell’areale sono stati consultati sulla proposta, queste in breve le risposte:

Angola: sostiene la proposta e la fa propria;

Benin: non risponde;

Burundi: sostiene la proposta;

Camerun: non prende posizione;

Repubblica Centrafricana: sostiene la proposta;

Costa d’Avorio: sostiene la proposta;

Repubblica Democratica del Congo: si oppone alla proposta;

Guinea Equatoriale: si oppone alla proposta;

Ghana: sostiene la proposta;

Guinea: non esprime la sua opinione nei tempi previsti;

Guinea Bissau: sostiene la proposta e la fa propria;

Qui si impone una breve diversione sulla Guinea Bissau. Oltre dieci anni or sono mentre facevo da assistente ad un esame, uno studente mi presentò un passaporto verde, con una stella tra due rami di palma, con la dicitura Guinea-Bissau. Immediatamente, come in quegli orrendi zoom degli anni ’70, mi sentii proiettato lungo le foreste costiere, straripanti di Agapornis pullarius e tra gli scimpanzé dell’interno. Lo studente poi divenne mio amico e mi narrò la seguente storia: un suo zio conduceva un camion tra Mansoa (città dell’interno, della quale era sindaco la sorella del mio amico) e Bissau, sul fare della sera si arrestò, accese un focolare ed iniziò a mangiare. Dal bosco fuoriuscì una scimmia (chiaramente un Chlorocebus sabaeus dalla descrizione che me ne fece) e si sedette anch’egli a mangiare. Volle poi salire spontaneamente sull’autoveicolo e si trasferì a Bissau nella famiglia dello zio. Gli fu messo un nome da cristiano e visse in casa per dodici anni; se non gli si prestava attenzione scuoteva la mobilia e gettava gli oggetti ovunque, in quel caso veniva segregato in giardino per un poco di tempo e tornava quieto). Un altro conoscente, della Guinea-Konakry mi disse che spesso le scimmie entrano in casa e vi si stabiliscono per un certo lasso temporale, che può essere breve, ma talora vi si stanziano definitivamente, con il compiacimento della famiglia ospitante.  

Kenya: non risponde tempestivamente;

Liberia: sostiene la proposta;

Mali: non risponde tempestivamente;

Nigeria: sostiene la proposta;

Repubblica del Congo: sostiene la proposta;

Ruanda: sostiene la proposta;

Sao Tomé e Principe: non risponde tempestivamente;

Sierra Leone: non risponde tempestivamente;

Tanzania: non risponde tempestivamente;

Togo: sostiene la proposta e la fa propria;

Uganda: non risponde tempestivamente.

[Con gli Stati Uniti d’America i voti favorevoli sono 42, ci sono poi Senegal, Guinea e Gabon che sono Stati proponenti, così i voti favorevoli salgono a 45]

Tra il 15 ed il 17 marzo 2016 si era già tenuta in Senegal una riunione di coordinamento tra gli Stati dell’Africa centrale ed occidentale, il Gabon vi presentò una bozza di proposta di trasferimento del cenerino dall’Appendice II all’Appendice I.

***

È del tutto destituita di fondamento la affermazione, che pure si sente ripetutamente, per cui l’emendamento sarebbe stato proposto in tutte le precedenti conferenze e non sarebbe mai stato approvato. Invero solo alla IX Conferenza si trattò dello Psittacus erithacus.

Per chiarire meglio il quadro, si passano in rassegna cronologica le varie proposte di emendamento relative agli Psittaciformes e l’esito che hanno avuto. Si noti che sino alla X conferenza non sono stati pubblicati gli esiti delle votazioni singolarmente, quindi non si è in grado di conoscere se la proposta sia stata rigettata o semplicemente ritirata, quindi l’indicazione rigettata potrebbe in realtà corrispondere – sino alla Conferenza di Harare - anche ad una proposta ritirata. Si noti altresì che è solo dal 1981 che tutti gli Psittaciformi (con tre sole eccezioni) entrano nelle Appendici della CITES, in precedenza venivano indicate le singole specie.

I Conferenza CITES, Berna, 2-6 novembre 1976:

sette proposte australiane:

Neophema splendida: dall’App. I all’App. II;                           APPROVATA

Cacatua tenuirostris: inclusione nell’App. II;                            APPROVATA

Calyptorhynchus lathami: inclusione nell’App. II;                      APPROVATA

Pezoporus wallicus: inclusione nell’App. I;                               APPROVATA

Polytelis alexandrae: inclusione nell’App. II                             APPROVATA

Northiella haematogaster narethae: inclusione nell’App. II;        APPROVATA

Opopsitta diophtalma coxeni: inclusione nell’ App. II;               APPROVATA

tre proposte del Regno Unito:

Coracopsis nigra barklyi: dall’App. II all’App. I;                       NON APPROVATA

Cyanoramhus unicolor: dall’App. II all’App. I;                          NON APPROVATA

Cyanoramphus malherbi: dall’App. II all’app. I                         NON APPROVATA

 

II Conferenza CITES, San José 19-30 marzo 1979

Due proposte australiane (per specie date per estinte):

Geopsittacus occidentalis: cancellazione dall’App. I;                  NON APPROVATA

Psephotus pulcherrimus: cancellazione dall’App. I;                    NON APPROVATA

una svizzera:

Amazona leucocephala: cancellazione dall’App. I                     NON APPROVATA

Il Cyanoliseus patagonus byroni venne tuttavia inserito nell’App. II.

 

III Conferenza CITES, Nuova Dehli, 25 febbraio – 8 marzo 1981

Ventinove proposte, riguardanti soprattutto pappagalli sudamericani. È la conferenza nella quale tutti gli Psittaciformi entrano in appendice II, ad eccezione del Melopsittacus undulatus, della Psittacula krameri e del Nymphicus hollandicus.

 

IV Conferenza CITES, Gaborone, 19 – 30 aprile 1983

Tre proposte del Regno Unito (la prima con gli Stati Uniti d’America):

Ara caninde (glaucogularis), Ara rubrogenys ed Ognorhynchus icretoris tutti dall’app. II all’App. I. TUTTE E TRE APPROVATE

 

V Conferenza CITES, Buenos Aires, 22 aprile -3 maggio 1985

Due proposte della Costa Rica:

Ara ambigua ed Ara macao: dall’App. II all’App. I

ENTRAMBE ACCETTATE

 

VI Conferenza CITES, Ottawa 12-24 luglio 1987

Nessuna proposta, ma Anodorhynchus hyacintinus, Ara militaris e Probosciger aterrimus dall’App. II all’App. I.

 

VII Conferenza CITES, Losanna, 9-20 ottobre 1989

Il Madagascar propone la cancellazione di Agapornis cana dall’App. II, proposta rigettata.

La Danimarca chiede il trasferimento in App. I dell Amazona tucumana PROPOSTAAPPROVATA;

Il Paraguay chiede il trasferimento in App. I dell’Ara maracana PROPOSTA APPROVATA;

La Svizzera chiede il trasferimento in App. I di Cacatua moluccensis PROPOSTA APPROVATA.

 

VIII Conferenza CITES, Kyoto 2-13 marzo 1992

Tre proposte americane:

Amazona aestiva dall’App. II all’App. I RESPINTA; Cacatua goffini (goffiniana) dall’App. II all’App. I APPROVATA; Eos reticulata dall’App. II all’App. I RESPINTA;

Una proposta delle Filippine Cacatua haematuropygia dall’App. II all’App. I APPROVATA.

 

IX Conferenza CITES Fort Lauderdale, 7-18 novembre 1994

L’Indonesia chiede che Cacatua goffini (goffiniana) appena trasferito in App. I venga riportato all’App. II RESPINTA, Eos histrio invece da App. II ad App. I APPROVATA ; la Nuova Zelanda chiede che Cyanoramphus malherbi transiti dall’App. II all’App. I RESPINTA, Cyanoramphus novaezelandiae dall’App. I all’App. II RESPINTA

Il Regno Unito presenta due proposte alternative relative allo Psittacus erithacus, ma di carattere sostanzialmente tassonomico.

CoP9, proposta 38: inclusione in App. I della popolazione di Psittacus erithacus di Sao Tomé e Principe, in luogo dello Psittacus erithacus princeps oppure

CoP9, proposta 39: trasferimento di Psittacus erithacus princeps dall’App. I all’App. II.

Siccome la sottospecie princeps non è valida, si chiese la rettifica e, in alternativa: l’inclusione della sola popolazione di Sao Tomé e Principe in App. I, oppure il mantenimento della denominazione, per quanto errata, col transito della stessa in App. II. VENNE APPROVATA LA SECONDA PROPOSTA. Quindi la popolazione di Sao Tomé e Principe venne inclusa nella App. II e questo in quanto non distinta da quella continentale.

 

X Conferenza CITES, Harare, 9-20 giugno 1997

Sei proposte tedesche:

Amazona agilis: dall’App. II all’App. I RESPINTA;

Cacatua sulphurea: dall’App. II all’App. I RESPINTA;

Eunymhicus cornutus uvaeensis: dall’App. II all’App. I RESPINTA;

Vini kuhlii: dall’App. II all’App. I RESPINTA;

Vini peruviana: dall’App. II all’App. I RESPINTA;

Vini ultramarina: dall’App. II all’App. I APPROVATA;

Una propsota congiunta di Stati Uniti d’America, Messico e Germania:

Amazona viridigenalis: dall’App. II all’App. I APPROVATA.

 

XI Conferenza CITES, Gigiri, 10-20 aprile 2000

Due proposte francesi: Eunymphicus cornutus cornutus ed Eunymphicus cornutus uvaeensis dall’App. II all’App. I ACCETTATE ALL’UNAMINITÀ

XII Conferenza CITES, Santiago del Cile, 3-15 novembre 2002

La Costa Rica chiede il trasferimento di Amazona auropalliata dall’App. II all’App. I APPROVATA ALL’UNANIMITÀ; il Messico il trasferimento di Amazona oratrix dall’App. II all’App. I APPROVATA ALL’UNANIMITÀ; la Germania in nome e per conto degli stati della Comunità europea il passaggio dell’Ara couloni dall’App. II all’App. I APPROVATA ALL’UNANIMITÀ; il Sudafrica il trasferimento della popolazione sudafricana di Poicephalus robustus dall’App. II all’App. I RITIRATA.

Molti allevatori ricorderanno le modifiche sulle amazzoni auropalliata ed oratrix, comunemente allevate e le dichiarazioni che dovettero rendere, una volta che i risultati della conferenza vennero recepiti nella legislazione comunitaria.

 

XIII Conferenza CITES, Bangkok, 2-14 ottobre 2004

L’Indonesia chiede che Cacatua sulphurea sia trasferito in App. I, la Namibia e gli Stati Uniti chiedono la cancellazione di Agapornis roseicolli dall’App. II; il Messico chiede il trasferimento di Amazona finschi in App. I tutte e tre le proposte furono APPROVATE ALL’UNANIMITÀ.

 

XIV Conferenza CITES, L’Aja, 3-15 giugno 2007

Nessuna proposta o modifica quanto agli uccelli.

 

XV Conferenza CITES, Doha, 13-25 marzo 2010

Nessuna proposta o modifica quanto agli Psittaciformi

 

XVI Conferenza CITES, Bangkok, 3-14 marzo 2013

Nessuna proposta o modifica quanto agli Psittaciformi.

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§ 4. Conclusioni.

Tra una quarantina di giorni le Parti della Convenzione saranno chiamate ad esprimersi. La materia della decisione è di sicuro interesse per centinaia di allevatori e di possessori di Psittacus erithacus, ma ad abbattere dalle fondamenta quella sciocca prassi che è la divinazione giudiziaria ci pensò già Pico della Mirandola con le Disputationes adversus astrologiam divinatricem. Per certo la proposta è assai approfondita, viene presentata da Parti importanti della Convenzione, sia per il peso politico, sia per il diretto interessamento al commercio della specie, si librava nell’atmosfera già da tempo, con i ripetuti richiami agli Stati a non superare le quote e l’invito del Segretariato nel 2014 agli Stati dell’areale di Psittacus erithacus allo sviluppo ed all’esecuzione di piani regionali di gestione per la conservazione dell’animale. I due Stati che hanno già manifestato la volontà di esprimere il loro voto contrario sono la Repubblica Democratica del Congo (che eravamo abituati a conoscere come Congo belga prima e Zaire poi, il Congo Brazzaville è invece a favore: come suona familiare quel Brazza, cognome friulano, nel nome della capitale. Per una inquietante storia dell’attraversamento del fiume Congo tra Brazzaville a Kinshasa e sulle formalità della dogana della Repubblica Democratica del Congo, J. Tayler, In Congo) destinataria di più di una segnalazione e la Guinea Equatoriale (l’unico Stato africano di lingua spagnola,

descritto da S. Winchester nel volume collettaneo Dove sono finito? Storie inaspettate da luoghi inaspettati; presenta la particolarità di avere la sua capitale su un’isola al largo dal continente) che pure nel 2012 ricevette una segnalazione per le esportazioni di cenerini.

Quindi non resta che attendere i quaranta giorni per conoscere la risposta, le parti avranno poi novanta giorni per – eventualmente – modificare la propria legislazione, l’UE rettifica gli allegati del Regolamento 338/97, ma se del caso, si daranno dettagliate informazioni in futuro.

Certo da un punto di vista soggettivo ci si augura che la proposta sia accolta. Mi ricordo una vecchia foto in circolazione (era ancora in bonis la compagnia belga Sabena) rappresentante una ventina di cenerini morti ammassati stivati in un trasporto, chi ha veduto le fotografie o i filmati di come questi animali vengono catturati ed espiantati dai loro territori non può che gioire dell’inasprimento del regime a loro tutela e trasudare risentimento per il loro traffico. Come effetto secondario di un regime più restrittivo si avrà anche una sensibile limitazione della pratica di allevare artificialmente i pulli per renderli (del pari artificialmente) domestici e si lasceranno le uova ai genitori, senza sfruttare eccessivamente le femmine. Peraltro un cenerino svezzato dai genitori è sano e robusto, apprende tranquillamente a parlare e difficilmente presenta problemi comportamentali.

Una delle principali cause di morte dei cenerini in Europa è l’Aspergillum fumigatum, esso mi ricorda la Sacculina carcini: si insedia e poi dilaga; la Sacculina carcini è un parassita tanto terribile da concorrere, assieme alla tenia ed agli ascaridi, a fornire la prova dell’inesistenza di Dio, così pure questo aspergillo, che è particolarmente virulento soprattutto sugli animali di importazione. E l’Europa non è immune dal traffico illegale: 107 cenerini provenienti dal Libano furono sequestrati in Bulgaria nel 2010; nel 2014 altri trenta a Vidin in Bulgaria, diretti in Repubblica Ceca, con documenti CITES falsificati, altri 114 nel dicembre 2014 vennero sequestrati alla dogana rumeno-ungherese, trasportati da un cittadino bulgaro. Il trasferimento in Appendice I comporterà un inasprimento delle sanzioni.

Auguriamoci ed auspichiamo dunque che le Parti siano lungimiranti e votino a favore della proposta.

Riva del Garda 5 di agosto 2016

avv. Francesco Saverio Dalba


[1] Qui il testo completo: https://cites.org/sites/default/files/notif/E-Notif-2016-021.pdf

[2] Qui il testo completo: https://cites.org/eng/res/09/09-24R16.php