Le zampette divaricate

(aggiornamento a fondo pagina)

foto 1)

Questo argomento risulta ampiamente dibattuto su forum e siti di interesse ornitologico,  pertanto farò un sintetico riepilogo sulla base della mia esperienza di allevamento.

Il fenomeno della divaricazione delle zampe, nella stragrande maggioranza dei casi, dipende dallo schiacciamento del pullus, a causa del peso del corpo della femmina, contro il fondo del nido.

Il problema è quindi facilmente risolvibile, sia a livello preventivo che curativo, in questo secondo caso, attraverso l'utilizzo di un correttore.

Nel mio allevamento non vedo più pullus con zampe divaricate da almeno 3-4 anni; ho risolto semplicemente mettendo nel nido un uovo infecondo di grosse dimensioni.

La presenza dell'uovo protegge i pullus dal peso del corpo della femmina che resta cosi sollevato senza gravare totalmente sui piccoli corpicini.

Il fenomeno si verifica con maggiore frequenza nelle nidiate con pochi pullus, infatti, il peso della femmina deve essere ripartito in base al numero dei pulcini, più elevato è il numero e meno peso procapite devono sopportare

foto 2)

E' opportuno prestare molta attenzione agli Agapornis roseicollis maggiorati poiché per effetto della loro grossa taglia sono particolarmente sensibili a questo problema.

Mi diceva l'amico Luciano Socci che sullo stesso argomento scrisse un articolo nel lontano 1983, pubblicato su Italia Ornitologica, nel quale sconsigliava di sbattere per  terra i pullus deformati, (pratica molto diffusa a quei tempi) essendo facilmente curabili con l'ausilio di un semplice correttore e ne spiegava le modalità per il tramite di alcuni disegni.

Appena riuscirò ad entrarne in possesso lo pubblicherò in calce a questo.

In effetti, considerato che le ossa e la struttura muscolare non hanno ancora assunto una rigidità definitiva risulta abbastanza agevole recuperarne la normalità.

E' sufficiente applicare al pullus deformato una protesi, per 8-10 giorni, che costringa le zampette in posizione normale.

I metodi sono dei più disparati ed ognuno lo può personalizzare come meglio ritiene.

Ho allegato le foto 2) e 3) che mostrano due delle metodologie più diffuse; nella foto 2) viene rappresentato il classico cerotto con il quale vengono ristrette le zampe in posizione normale portandole ad una distanza di un paio di centimetri.

Consiglio di fissare il cerotto fra le due zampe applicando un punto con la cucitrice per evitarne l'allargamento.

Nella foto 3) invece viene illustrato l'uso della spugnetta (quella usata per il trucco) nella quale vengono praticati due fori alla giusta distanza dove saranno inserite le zampette.

Il secondo metodo, a mio parere, è più indicato per i soggetti allevati a mano mentre il primo è consigliabile per quelli che vengono riposti nel nido.

Nota: le foto sono state prelevate dal web e non sono stato in grado di risalire ai legittimi proprietari pertanto, se richiesto, provvederò a dichiararne la fonte oppure a rimuoverle.

Catelnuovo Rangone, 15.01.2013

Di seguito pubblico l'articolo di Luciano Socci apparso su Italia Ornitologica n. 10 dell'ottobre 1983.

Nella prima parte affronta un interessante argomento sui Forpus xanthops mentre nella parte finale dispensa alcuni consigli sulle "zampette divaricate" suggerendo di mettere un uovo finto nel nido....

... se andavo all'ufficio brevetti per depositare l'invenzione dell'uovo finto o infecondo me l'avrebbero respinta perchè già depositata da un certo Luciano Socci 30 anni fa...

Ringrazio Giovanni, uno dei migliori allevatori di ondulati, per il suo contributo:
Ciao Daniele,
volevo metterti al corrente di come io affronto il problema delle zampe divaricate.
Noi degli Ondulati questo problema lo abbiamo da moltissimi anni e le cause possono essere molteplici: Cunetta del fondo nido poco profonda, madre troppo grossa e pesante, disordini alimentari, madre inesperta o troppo apprensiva ecc. Da una ventina d’anni utilizzo uova in plastica da ondulati acquistate in Germania a suo tempo ed ora reperibili anche da noi; in questo modo
evito che l’uovo infecondo sia rotto accidentalmente ed arrivi a bagnare il nido e a farlo puzzare.
A tal proposito, anni fa mi cimentai nella costruzione di uova in plastica “faidate” e dovrei averne ancora un barattolo in giro. Ho aumentato la razione di sali minerali aggiungendoli liquidi all’acqua di bevanda e mettendo dei blocchetti “faidate”. In caso di divaricazione, utilizzo il supporto in gommapiuma per 15 giorni sostituendolo a giorni alterni. Ho notato una netta diminuzione del problema da quando ho adottato i nidi in plastica