Trattamento pre-cova?

(ultimo aggiormamento a fondo pagina del 24/09/2009)

 

 

Vi racconto alcune mie esperienze di allevamento, sperando che possano interessare  a qualcuno, senza voler pretendere che rappresentino verità assolute.

Le considerazioni che esprimo scaturiscono, in gran parte, dalla osservazione dei fatti che succedono nel mio allevamento ed è naturale che non tutte le letture che faccio e le conclusioni che traggo trovino un immediato riscontro scientifico.

Il periodo della riproduzione è uno dei più importanti in assoluto di tutto il ciclo dell'allevamento.

Una buona levata di novelli sani potrà assicurare quei risultati estetici e fisici difficilmente ottenibili con soggetti patiti e malaticci.

Per entrare in argomento cerco di dare risposta ad uno dei quesiti di grande attualità fra noi allevatori:   

"Perchè ultimamente riproduco poco e male, o addirittura, non riesco più a riprodurre ? "

I problemi che si riscontrano sono sempre, più o meno, gli stessi: uova infeconde, uova feconde ma che non schiudono (frequentissimo), pullus che nascono poi muoiono nel giro di qualche giorno, oppure pullus che iniziano a morire quando sono già impiumati etc. etc.

Purtroppo la maggior parte di noi allevatori non ha una educazione di base che ci porti a consultare un veterinario per risolvere il problema  in modo adeguato, tendiamo, invece,  a somministrare "cure fai da te" sulla base dei consigli dispensati da qualche amico ritenuto maggiormente esperto in materia.

Spesso questa cattiva abitudine produce più danni che benefici. In primo luogo se si somministra un farmaco non adeguato si corre il rischio di  produrre effetti doppiamente negativi; da una parte indebolire le difese immunitarie e dall'altra rendere ancor più virulenta la patologia in atto.

Inoltre, il rispetto dei tempi e del dosaggio della somministrazione rappresentano ulteriori elementi di estrema importanza: un sottodosaggio oltre a risultare inefficace corre il rischio di  abituare l'agente patogeno a quel determinato principio attivo rendendolo inefficace anche se successivamente somministrato nelle giuste modalità.

Un eccesso di dosaggi e di tempi può provocare alterazioni fisiche con danni permanenti, soprattutto all'apparato riproduttivo. In occasione del sessaggio chirurgico in più di una occasione il vet ha riscontrato "testicoli neri" oppure "ovaie atrofizzate" in soggetti provenienti da allevamenti trattati con antibiotici.

A parziale difesa degli allevatori "fai da te" voglio però dire che trovare veterinari competenti ed onesti  (capaci di risolvere veramente i problemi ed a costi umani) non è impresa da poco!!

Tornando all'oggetto del tema, volevo sottolineare il fatto che quando si verificano i problemi riproduttivi di cui sopra, la causa è quasi sempre determinata dalla presenza di malattie, prevalentemente determinate da:

1) acquisto di soggetti portatori sani di determinate patologie; per evitare questo rischio sarebbe opportuno non introdurre i nuovi arrivati direttamente in aviario ma sottoporli a periodo di quarantena ed effettuare almeno qualche test per verificarne la stato sanitario;

2) somministrazione di alimenti alterati; per mia esperienza (leggasi su questo sito "Una utile esperienza") ho avuto occasione di rilevare la presenza di Miceti nel pastoncino e nelle spighe di panico cinese che mi hanno causato problemi. E' necessario dedicare la massima attenzione alla salubrità degli alimenti poiché costituiscono la principale causa delle difficoltà.

Un mio amico, uno dei maggiori esperti scientifici italiani su queste tematiche, sostiene che nel 90% dei casi la causa prima delle malattie nei nostri allevamenti dipende proprio dalla cattiva  e/o squilibrata alimentazione.

Attualmente somministro un misto di semi acquistati da un produttore che dedica una particolare attenzione alla qualità delle sementi, soprattutto nel momento dell'acquisto delle partite dall'estero, (presenza di aflotossine) e che faccio periodicamente analizzare da un Istituto Zooprofilattico.

Il pastoncino me lo autoproduco con alimenti per uso umano che mi garantiscono l'assoluta salubrità ed un consistente risparmio economico. (vedi "Il pastoncino fai da te").

Non do piu' semi germinati o ammollati che ho sostituito con abbondanti razioni di erbe selvatiche e sementi fresche (spighe di grano e di orzo, rondelle di mais, pallini di pyracantha, piselli freschi)

3) ambiente ed igiene non adeguata. - alcuni dei principali problemi: locale inadeguato nel rapporto cubatura/numero dei soggetti (determina una eccessiva carica batterica), locale non sufficientemente aerato, gabbie, nidi ed accessori sporchi, trasferimento di feci da una gabbia all'altra veicolati dagli alimenti, beverini ed acqua non pulita, alimenti deteriorati somministrati in seguito a cattivo mantenimento e/o ad errata manipolazione (semi germinati)

Pertanto il consiglio che mi sento di dare è quello di evitare  di somministrare a caso, e per sentito dire, medicinali a titolo preventivo perché se non è presente nessuna patologia si producono effetti dannosi se invece è in atto qualche malattia, spesso, non viene debellata ma solo "attenuata"  rinviando al futuro le peggiori conseguenze.

L'invito che faccio è quello di prestare la massima attenzione allo stato di salute dei soggetti nel proprio allevamento osservando con attenzione quei segnali  che possono darci utili indicazioni circa la presenza di malattie. (densità e colore delle feci, soggetti impallati, occhio piccolo e spento, soggetti magri, soggetti poco vispi etc. etc.)

Al sorgere di qualche sospetto è consigliabile portare qualche soggetto, oppure le feci, da un veterinario specializzato in aviaria, o  presso un Istituto Zooprofilattico, affinché possa essere individuata la reale patologia e la conseguente cura.

E con questo ho aperto un capitolo particolarmente difficile; quello relativo all'affidabilità dei veterinari e degli Istituti Zooprofilattici.

Liquido facilmente il "falso problema" dei costi con questa considerazione: in caso di presenza di malattia è molto più oneroso il danno che questa produce in termini di mancati incassi, determinata dalla scarsa produzione di novelli, rispetto al costo della parcella del vet e dei medicinali.

A volte non appare di immediata lettura perchè la differenza è data dal fatto che il costo del veterinario è certo, quantificabile ed immediato mentre il danno della mancata produzione è incerto, non quantificabile e futuro...

Il grosso problema, a mio modesto parere, è quello di individuare veterinari e IZS capaci ed onesti, in grado di risolvere definitivamente i problemi e, possibilmente, a costi "umani".

Gli IZS sono sparsi sull'intero territorio nazionale ma si contano sulle dita una mezza mano quelli che possiedono al proprio interno competenze adeguate per interventi sui piccoli animali da affezione.

Nel 99% dei casi l'esito di un referto di un IZS risulta negativo, non riuscendo a rilevare nulla, nonostante la presenza di qualche patologia.

Per quanto riguarda i veterinari credo che sarebbe opportuno che qualche Club stipulasse delle convenzioni con quelli più bravi e capaci e che poi lo stesso Club garantisse il rispetto dell'applicazione delle norme etiche attraverso la pubblicizzazione degli eventi. 

Su questo argomento sono molto arrabbiato con tutta la categoria dei veterinari perchè ho avuto occasione di verificare più volte comportamenti veramente inqualificabili, sia sul piano professionale che su quello economico.

In attesa che qualche Club si prenda l'onere di organizzare qualcosa in merito ho pensato di socializzare con gli amici, che lo riterranno opportuno, la soluzione che applico nel mio allevamento, eccola:

- appena predisposte le coppie nelle diverse gabbie infilo sotto la griglia un foglio di alluminio in modo da recupera le feci;

- metto le feci di alcune coppie, scelte a campione, in un po' di carta di alluminio, le inserisco in una piccola bustina di plastica poi invio il tutto, dentro ad una "busta con i pallini d'aria", all'ambulatorio del veterinario che ho prescelto.

Su questi campioni verranno effettuati i test per rilevare l'eventuale presenza di alcune delle patologie più frequenti, preventivamente concordate con il vet, parcella compresa.

Adottando tale procedura sono in grado di "partire" con la nuova stagione riproduttiva con soggetti, in linea di massima sani, e non ho quindi la necessità di somministrare farmaci a titolo preventivo.

Ho già chiesto al mio vet di preparare uno schema, che allegherò alla presente pagina non appena ne sarò in possesso, con il quale saranno precisate le tipologie dei test praticati, i tempi di risposta ed il costo complessivo.

A corredo della "convenzione con il vet" aggiungerò anche foto che illustrino il procedimento corretto per il reperimento e l'invio dei campioni.

 

Inserisco di seguito una interessante testimonianza pervenutami da un giovane allevatore:

Salve sig.Zoli,

sono enrico tomatis non so se si ricorda...il ragazzo che le aveva scritto una e-mail sul suo articolo riguardo alle mostre specialistiche.
Stamattina,causa febbre,non sono andato a scuola e ho fatto un giro sul suo sito e ho letto con molta attenzione il suo articolo sui trattamenti pre-cove...
Sembrerà strano ma mi trovo in perfetto accordo con quanto dice lei e adesso le spiego perchè:
Io mi dedico da qualche anno alla selezione della mutazione lutina nell'agapornis Fischeri e come si sa la mutazione lutina,come l'albino,è più delicata dei soggetti ancestrali nei primi giorni di vita.
Due anni fà ho introdotto nel mio piccolo allevamento qualche soggetto proveniente da altri allevatori amici che disponevano di quanto mi interessava,ma probabilmente qualcuno di questi soggetti era portatore sano di qualche germe patogeno.
Infatti la scorsa stagione riproduttiva è andata cosi-cosi,nel senso di una ottima produzione(da 4 coppie lutino*portatore e una lutino*ancestrale ho fatto 33 giovani in 2 nidiate...),ma poco di quel che speravo in termini di
risultati con i lutini che sono il mio obbiettivo di selezione.Infatti da quei 33 piccoli 30 erano portatori e solo 3 lutini.
Allora con l'aiuto di mio padre che è veterinario abbiamo fatto analizzare le feci ad un istituto di Padova (quello con cui collabora il Dott.xxxxxx)e sono risultati fuori germi come l'escherichia coli e stafilococchi.
Abbiamo fatto il trattamento suggerito dall'antibiogramma e la seconda nidiata siamo riusciti a tirare fuori 3 lutini.
La scorsa settimana abbiamo di nuovo mandato delle feci raccolte con dei fogli di alluminio sul fondo a quest'istituto e stiamo aspettando i risultati,anche delle analisi sulla miscela di semi secchi che ho voluto far analizzare.
Certo il costo non è modico ma piuttosto di rivedere una annata come quella scorsa preferisco spendere una cinquantina di euro sudati quest'estate lavorando nei campi a raccogliere pesche...
Quest'anno sotto suggerimento del dott. xxxxxx ho deciso di abbandonare i semi germinati che fornivo nel pastone e sostituirli con i semi cotti,molto più sicuri. Per quanto riguarda il pastoncino per il momento utilizzo quello secco della Quiko specifico per pappagalli,ma sto pensando di passare anche io a uno fatto in casa prendendo il suo come modello.
Lei con i metodi di allevamento da lei descritti riesce a svezzare un buon numero di ino?(anche se si tratta di Roseicollis..)
La ringrazio per il suo contributo e spero di non essere stato pesante anche se io credo che lo scambio di informazioni sia molto utile,fondamentale direi,soprattutto per un giovane allevatore come me.
A risentirci Enrico

21/09/2009 ore 11,28
 

Caro Enrico, il mio obiettivo è proprio quello che tu indichi nella frase che mi sono permesso di sottolineare. La tua testimonianza, per me, è motivo di grande soddisfazione! Devi solo darmi del tu e poi siamo a posto.......Grazie davvero!

 

 

Aggiungo un'altra bellissima lettera pervenutami da Silvia Bocci che ringrazio infinitamente:

Buonasera Daniele,
mi chiamo Silvia ed ho 37 anni.
Ho conosciuto ed apprezzato il tuo sito andando alla ricerca di informazioni di allevamenti di Inseparabili.
Sono disabile da 8 anni e i due pappagalli che ho allevato a mano (una rosella di pennant e un inseparabile faccia rosa) mi hanno totalmente cambiato la vita.

E' impressionante il rapporto che si crea fra l'uomo e il pappagallo e mai, ti giuro mai, avrei immaginato.
Sono meravigliosi e molto spesso mi rimane poco tempo per pensare alla mia disabilità e all'autonomia personale che giorno dopo giorno viene meno.

Mi piacerebbe molto iniziare a pensare ad un allevamento, ma sono ancora tante le cose da sapere ed imparare, l'ho capito leggendo le pagine del tuo sito.

Voglio solo dirti che ho apprezzato tantissimo i tuoi articoli, i tuoi consigli e le tue storie.
Ho capito che prima di partire, è opportuno affidarsi ai consigli e alle esperienze di seri allevatori.

Prima o poi, credo che riuscirò, almeno lo spero.

L'unica cosa che mi preoccupa è la parte economica, mi pare di aver capito che tra ambiente da preparare, alimentazione e analisi varie è una passione un poco costosa.

Un saluto e ancora grazie per aver condiviso le tue esperienze.

Silvia

 

21/09/2009 ore 21,30
 

Che dire? cara Silvia, posso solo offrirti tutta la mia disponibilità nel darti una mano per il tuo ingresso in questo meraviglioso mondo dei becchi-storti..... intanto ti do il benvenuto perchè, tra le righe della tua mail, ho rilevato evidenti tracce di virus......

 

 

21 settembre 2009