Giudici e giudizi

 

I giudizi espressi dai giudici italo-belgi-svizzeri-olandesi, alla mostra di Faenza 2008, mi hanno stimolato ad approfondire il delicatissimo argomento nella consapevolezza di dovermi assumere tutte le responsabilità di quanto dirò in seguito. 

Inizio la mia analisi mettendo a confronto i valori delle schede di giudizio di alcuni miei soggetti ottenuti alla mostra di Cento (FE), il 09.10.2008, con quelli di Faenza (RA), il 23.10.2008, a quattordici giorni di distanza l'una dall'altra.

 

soggetto   gabbia  Faenza 

23.10.2008

Cento 

09.10.08

Cannella verde F.A. 1368 88 92
Cannella verde F.A 1369 88 91
Lutino F.A. 1370 88 93
Avorio blu 1371 89 90
Avorio ino 1372 91 90
Verde scuro FA 1373 86 92

 

I giudizi di tutti i soggetti in esame, a Cento, sono stati espressi da Corrado Guardigli, giudice che considero tra i più qualificati.

gabbia  1368 e 1369) entrambi i soggetti sono stati valutati dal giudice belga Schoutens Jaak dell'AOB. Osservando la scheda di giudizio appare evidente la ragione per cui sono stati attribuiti 3 e 4 punti in meno rispetto al giudizio di Cento. 

La valutazione e' stata espressa sulla base dello standard belga che descrive soggetti di taglia molto grossa con testa e collo molto larghi ed un colore molto intenso nella maschera. Questi i valori in dettaglio 31,17,13,14,9,4;

Infine per rendere la cosa ancora più complicata sottolineo il fatto che il soggetto della gabbia 1369) è stato giudicato anche anno scorso a Faenza, da un'altro giudice belga (De Laet R. del KBOF), che gli attribui' un bel 92 con il seguente dettaglio 33,18,13,14,9,4;

gabbia 1370) qui si tratta di una palese "svista" di Roberto Pagliasso che ha confuso il giallo (molto intenso) presente sul vessillo delle remiganti con il bruno e l'ha fortemente penalizzato  attribuendogli un bel 28 sul colore-disegno!. Mi è dispiaciuto tantissimo perchè a quel soggetto sono particolarmente affezionato e mi sarebbe piaciuto che avesse concluso la sua carriera espositiva in ben altro modo, ma si tratta di incidenti di percorso che vanno messi in conto;

gabbia 1371) il soggetto si e' classificato terzo (1° a Cento) ed il cartellino di Pagliasso è condivisibile. Il punto di differenza è cosa assolutamente normale;

gabbia 1372) in questo caso il giudice belga De Laet R. ha migliorato il giudizio di Guardigli di un punto  classificandolo primo. In  effetti la taglia di questo soggetto è buona e si avvicina molto al tipo nordico. Ho anche notato che i giudizi di De Laet sono tra i più vicini a quelli italiani, rispetto a tutti gli altri giudici esteri presenti a Faenza.

gabbia 1373) questo soggetto, con i relativi giudizi, evidenzia in maniera macroscopica la diversa ed incompatibile filosofia di giudizio fra l'occhio italiano e quello belga. E' un soggetto di taglia media con colori molto marcati, puliti e brillanti. Il collo non e' "incassato" e la testa ha dimensioni normali. E' un soggetto molto elegante ed anche molto lontano dalla struttura nordica. Il giudice Guardigli gli ha attribuito un bel 92, (il secondo ha fatto 89, quindi il giudizio non e' condizionato da calcoli matematico-procedurali). L'ho mostrato a tanti miei colleghi allevatori scommettendo che a Faenza, se giudicato da un giudice estero, non avrebbe ottenuto più di 88. Mi ero sbagliato in eccesso. Ritengo che il giudizio di Jaak sia giusto esattamente come quello di Guardigli, la differenza sta tutta nella diversità concettuale con cui vengono giudicati i roseicollis nei rispettivi paesi.   

Per completare il quadro documentale aggiungo la foto del Best in Show (meglio in mostra) con il relativo cartellino di giudizio.

Il soggetto più bello dei tutti gli agapornis presenti in mostra ha ottenuto il consenso dell'intero gruppo di giudici interessato, come risulta evidente dalle firme apposte in calce al cartellino stesso.

Rammento che i criteri descrittivi di giudizio attualmente vigenti per quanto riguarda l'avorio cobalto recitano testualmente: "Fronte e sopracciglio colore albicocca degradante in avorio rosa pallido sulla gola, guance e parti alte del petto.Tra guance e nuca è presente una zona cobalto brinato.....".  

Mi sembra del tutto evidente che le caratteristiche del soggetto in esame non corrispondano minimamente a quelle indicate nello standard, per lo meno, dalla parola "degradante" in poi.

Il colore albicocca, che dovrebbe limitarsi alla sola fronte e sopracciglio, si espande ininterrottamente fino all'estremità della maschera mantenendo la stessa tonalità di colore.

E' un bellissimo soggetto ma palesemente difforme dallo standard italiano!

In questa mia analisi ho cercato di analizzare i fatti, con il massimo di obiettività possibile, perchè una corretta lettura degli accadimenti rende più facile individuare i punti di forza e i punti di debolezza sulla base dei quali si potrà eventualmente approntare un eventuale progetto di recupero.  

Provo ad elencare alcuni punti critici e le relative ipotesi di soluzione:

1) appare evidentissima l'incompatibilità fra il metro di giudizio dei giudici esteri rispetto a quello italiano. A Faenza è stato fatto un interessante esperimento il cui esito ha fornito risultati non positivi. Questa contraddizione contribuisce a rendere ancor più evidenti i nostri "problemi italiani". A mio modesto parere, a Faenza, dovranno giudicare esclusivamente giudici italiani.   

2) è assolutamente indispensabile l'aggiornamento dei nostri criteri descrittivi di giudizio che disegnino in modo netto e preciso il nuovo modello di roseicollis a cui dovremo fare riferimento in futuro. Sarebbe un suicidio arroccarsi nella difesa del "tipo tradizionale", di fatto, già superato dai tempi.

Il nuovo modello, a mio parere, dovrebbe riuscire a  coniugare l'eleganza del tipo tradizionale italiano con la possenza del tipo belga/olandese mantenendo però un aspetto armonico e ben proporzionato.  

3) il nuovo standard dovrà recuperare quella centralità che gli spetta di diritto! I giudici, da una parte, e gli allevatori, dall'altra, dovranno conoscerlo a memoria per poi applicarlo pedissequamente!!

Non è vero che ognuno può allevare  e/o giudicare a proprio piacimento, per lo meno, coloro che intendono partecipare ai concorsi. Il punto di riferimento per gli allevatori prima, e per i giudici dopo, deve essere solo ed esclusivamente lo standard descrittivo. Punto.

4) credo che sia oramai necessario avviare una riforma delle procedure per l'ammissione a giudice. Il repentino sviluppo del settore psittacidi impone un più elevato livello di specializzazione. I nuovi corsi per la formazione potrebbero dividersi in due parti; la prima di cultura generale, sugli psittacidi in genere, e la seconda  mirata alla specializzazione. A fine corso si dovranno licenziare giudici specializzati in agapornis e piccoli pappagalli, giudici specializzati in grandi pappagalli etc. etc. 

Non è umanamente possibile che una persona riesca ad "incamerare" le nozioni relative agli standard di tutti gli psittacidi esistenti!

5) la divulgazione del nuovo standard offre l'occasione per programmare una serie di corsi di aggiornamento per tutti i giudici attivi affinchè si possa garantire un livello accettabile in termini di equità e di omogeneità dei giudizi. 

6) il nuovo standard rappresenta anche una grande opportunità per formare gli allevatori interessati dell'Italia intera. Abbiamo la fortuna di poter contare sulla disponibilità di Gianni Matranga (autore del libro "I colori degli inseparabili") il quale oltre ad una indiscussa preparazione tecnico-scientifica ha dimostrato una particolare attitudine alla didattica. 

Infine mi auguro che il club di specializzazione al quale sono associato (CIAA) si faccia interprete, presso gli organi preposti, di almeno una parte dei suggerimenti sopra evidenziati.  

 

01.11. 2008