I MIEI CONSIGLI SULL'ALLEVAMENTO

 

Più che di consigli si tratta della descrizione dei miei comportamenti nella gestione del mio allevamento. Sono pertanto estremamente soggettivi e quindi non devono essere presi "alla lettera",  mi auguro invece, che possano servire per stimolare una riflessione sui vostri comportamenti.

In ogni caso se a qualcuno, leggendo le mie note, sorge qualche dubbio e/o perplessità sono ben lieto di approfondire l'argomento per mail oppure telefonicamente.

 

L'ACQUISTO

1) evitare di acquistare soggetti dai commercianti. Non c'è l'ho assolutamente con i commercianti, ne conosco alcuni che sono persone assolutamente serie e fanno il loro lavoro con passione e professionalità. L'altissima probabilità di acquistare dal negozio un soggetto con problemi è data dal fatto che, oltre ai rischi logistici derivanti dal mantenimento degli stessi in negozio insieme a tanti altri animali, noi allevatori vendiamo ai commercianti tutti i soggetti che hanno problemi... Esistono cataloghi di allevatori un po' in tutti i siti dei vari club, si sceglie quello più vicino a casa, magari si prendono un po' di informazioni, e si attiva il contatto;

2)  epoca consigliata per l'acquisto. Per avere maggiori probabilità di accaparrarsi uno dei migliori novelli dell'annata è opportuno prenotarlo all'allevatore nel periodo che va da inizio agosto a fine settembre. E' quello il periodo in cui la maggior parte degli allevatori  "aprono la voliera" e fanno le scelte strategiche; questi in riproduzione, questi alle mostre, questi alle vendita e questi ai commercianti. Magari se uno ha pazienza di aspettare la conclusione delle mostre è probabile che possa ottenere anche soggetti in eccedenza alla riproduzione. Ed il fatto che qualcuno possa avere due anni è soltanto positivo (La maturità si ha a 18/20 mesi);

3) periodo di quarantena. Io non somministro antibiotici a titolo preventivo, l'unica eccezione la faccio per i soggetti nuovi che entrano nel mio allevamento. Perché il rischio di mettermi in casa un uccello portatore sano di qualche malattia (molto più frequente di quanto si immagini) mi consiglia di fare un trattamento preventivo che copra uno spettro abbastanza ampio di infezioni. In pratica somministro congiuntamente Baytril (antibiotico) e Fungilin (antimicotico) per una decina di giorni.

 

L'ALIMENTAZIONE

1) alimentazione base. Io somministro misto di semi (senza semi oleosi nel periodo di ferma) e pastoncino secco (integrato con pasta di insetti nel periodo della riproduzione) costantemente, semi germinati a giorni alterni in cova e due volte alla settimana in ferma. Particolare attenzione riservo ai semi germinabili perché una eccessiva permanenza in fase di germogliazione (e' assolutamente da evitare il radicamento) può favorire lo sviluppo di muffe e batteri. Va consumato nell'arco delle 24 ore da quando e' stato messo a bagno;

2) integratori e vitamine. Nel periodo della cova somministro un complesso vitaminico nell'acqua per una settimana al mese, inoltre mantengo la presenza nella gabbia di un contenitore con great (finissimo per evitare che si intoppi) miscelato con sali minerali;

3) erbe selvatiche. Fornisco quotidianamente le erbe campestri che riesco a trovare nei diversi periodi dell'anno. L'elenco delle erbe che abitualmente somministro e' visibile in un'altra pagina del sito;

4) non miscelare il misto delle diverse gabbie. Per ragioni logistiche ed economiche a volte si mette in un'unico contenitore il misto prelevato dalle mangiatoie prima di essere pulito e spolverato per poi essere integrato con nuovi semi e rimesso nelle mangiatoie. In questo modo si corre il rischio di trasferire eventuali infezioni a tutto l'allevamento attraverso le feci che sono sempre presenti in mezzo ai semi.

 

PREPARAZIONE

ALLA COVA

 

1) quando si forma una nuova coppia la prima cosa da fare e' quella di verificarne la compatibilità'. E' abbastanza frequente trovare due soggetti che di primo impatto si dimostrano ostili l'un l'altro. Quasi sempre la causa e' determinata dal diverso grado di maturità sessuale. Il problema si risolve mettendo la divisoria nella gabbia, lasciandoli divisi per almeno una settimana, naturalmente osservando bene il comportamento nel momento in cui si rimettono insieme;

2) non somministrare antibiotici a titolo preventivo, se non ci sono patologie in atto il risultato certo che si ottiene e' quello di indebolire le difese immunitarie rendendo i soggetti più vulnerabili a contrarre nuove infezioni; 

3) somministrare un integratore vitaminico a base di vitamina E almeno per una decina di giorni prima di mettere i nidi. La vitamina E stimola l'apparato riproduttivo e determina una maggiore fecondità;

4) quando si mette il nido è consigliabile collocare sul fondo dello stesso uno strato di truccioli o di erba secca per evitare che le uova vengano deposte direttamente sul legno. Capita con una certa frequenza che nelle giovani coppie la femmina dimostri una certa pigrizia nella costruzione del nido;  

5) mettere nel fondo della gabbia dei rametti di salice verde  La femmina (nei roseicollis) strappa dei lembi di corteccia, se li infila sotto le piume del codrione e li trasporta nel nido. Questo è il momento in cui si possono ben individuare i sessi dei due soggetti perché solo la femmina trasporta il materiale nel nido con la modalità di cui sopra. Il maschio si limita a strappare la corteccia lasciandola cadere sul fondo della gabbia. Può succedere però che nella coppia consolidata ed affiatata anche il maschio aiuti la femmina nella costruzione del nido.

 

LA COVA 

1) la deposizione delle uova avviene a giorni alterni e ne vengono deposte da 4 a 7. Il periodo di incubazione e' di 23 giorni a partire dal giorno di deposizione del secondo uovo.  Dopo 8/10 giorni dall'inizio della cova e' possibile, con l'ausilio dello sperauova, verificare la fecondità dell'uovo. Se è fecondo si vede un piccolo grumo di sangue dal quale partono tanti piccoli filamenti, se invece è infecondo apparirà completamente bianco;

2) dalla deposizione dell'ultimo uovo è consigliabile cessare di fornire il salice per evitare che la femmina si trattenga a lungo fuori dal nido raffreddando, in tal modo, le uova; 

3) per il periodo della cova ed in particolare per quello dell'allevamento dei pullus è indispensabile "allungare" il tempo-luce fino a 14/15 ore, con l'ausilio di un regolatore di luce (alba-tramonto). Sconsiglio assolutamente l'uso dei timer che interrompono bruscamente l'erogazione della luce perché la femmina potrebbe essere colta di sorpresa e restare fuori dal nido con le prevedibili conseguenze;

4) quando si schiudono le uova è consigliabile asportare tempestivamente i mezzi gusci per evitare che si incastrino dentro alle uova ancora da schiudere impedendo al pullus di bucare il guscio;

5) quando i pullus sono bene implumati è opportuno sostituire il contenuto del nido. L'umidità causata dal salice verde e dalle feci dei piccoli crea l'ambiente ottimale per la nascita e lo sviluppo di muffe, batteri etc. e' bene quindi sostituire il contenuto del nido con truccioli di legno o fieno pulito.

 

LO SVEZZAMENTO

Un'altro passaggio critico per la vita dei nostri beniamini e' quello dello svezzamento. Con l'esperienza ed un'attenta osservazione dei comportamenti ho messo a punto una procedura che ne garantisce la totale sopravvivenza:

1) il passaggio piu' critico e' quello dell'autoalimentazione. Dopo 55-60 giorni dalla nascita i pullus dovrebbero essere autosufficienti però sovente capita che continuino a prendere il cibo dal padre anche ben oltre il predetto periodo. Per stimolarli alla totale autonomia metto l'intera covata in una gabbia, di dimensioni simile a quella da cova, per almeno una settimana. Somministro spighe di panico a volontà e non faccio mai mancare pastoncino e semi germinati.

2) il secondo passaggio e' quello della condivisione del territorio con altri soggetti. Una volta che dimostrano totale autosufficienza alimentare immetto due o tre covate (12/15 soggetti)  contemporaneamente in una volieretta da 120 cm. I novelli condivideranno il nuovo territorio senza problemi. E' assolutamente da evitare l'immissione successiva di ulteriori soggetti in quanto potrebbero addirittura essere uccisi dai primi.

3) dopo una decina di giorni prelevo i soggetti da tre volierette e li immetto in una voliera di grandi dimensioni (2,50x1x2) affinchè sviluppino la muscolatura di tutto il corpo. Nella fase della sviluppo e della muta attribuisco alla possibilita' di compiere ampi voli una notevole importanza. (un po' come la palestra per noi umani) 

 

LA SELEZIONE

La precondizione per effettuare la selezione e' costituita da un buon livello di conoscenza degli standard e della genetica. In pratica, si deve avere ben chiaro l'obiettivo da raggiungere (standard) e si devono conoscere le strade per raggiungerlo (genetica).

Per quanto riguarda la conoscenza della genetica, lo sviluppo della tecnologia e dell'informatica ha creato, anche per noi allevatori, un tom tom che ci facilita nel raggiungimento dei nostri obiettivi. Su questo link troverete un calcolatore genetico, molto ben fatto, che vi aiuterà a ragionare sugli effetti della genetica.

1) la prima valutazione che faccio è relativa allo stato di salute del soggetto legato al suo trend di crescita. Tengo in allevamento un quaderno sul quale annoto quotidianamente tutti gli accadimenti, tra l'altro, prendo nota anche di quei soggetti che crescono meglio o peggio rispetto agli altri e nel momento della scelta dei riproduttori, oltre a valutare lo stato sanitario del momento, considero anche l'andamento storico.

2)  la taglia, la forma, ed il portamento rappresentano altri elementi importanti di cui tenere conto. A mio parere per "inquadrare" il soggetto al meglio sarebbe opportuno osservarne il comportamento in voliera. Per coloro che hanno un buon "colpo d'occhio" sono immediatamente visibili i soggetti che "spiccano" rispetto agli altri...

3) il carattere. Io attribuisco molta importanza agli aspetti caratteriali in buona parte trasmissibili geneticamente. La docilità, il buon allevamento della prole, lo spennamento dei pullus sono elementi che sovente mi portano ad escludere anche soggetti di notevole qualità. Quando entro in allevamento non voglio assistere al fuggi fuggi dentro i nidi ma voglio che si affaccino alla griglia per prendere il cibo. Diversi sono i soggetti che mangiano dalla mia mano la spiga di panico. Senza considerare che, nelle esposizioni, i soggetti nervosi non hanno nessuna possibilità di ben figurare indipendentemente dalle altre caratteristiche.

4) il fenotipo. Ovviamente la caratteristica del tipo e del colore  sono gli aspetti piu' importanti da valutare anche se trattasi di portatore. E' sbagliato pensare che il portatore vada sempre bene, ipotizzando che il suo contributo genetico dipenda solo dal genotipo. Naturalmente per le selezioni fatte in compensazione la coppia deve essere valutata congiuntamente e si deve immaginare la prole nella miscelazione fra i due fenotipi.

5) il genotipo. Per conoscere il genotipo bisogna essere dei buoni "ragionieri", vale a dire bisogna conoscere la storia genetica del soggetto con relativo albero genealogico. Solo conoscendo bene la provenienza genetica (tralascio il tema della consanguinietà sulla quale scriverò una nota a parte) si potranno effettuare buoni accoppiamenti.    

 

LE MOSTRE